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Gaspar Dughet (1615–1675), ......的追随者 - Paesaggio con figure - NO RESERVE
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Gaspar Dughet (1615–1675), ......的追随者 - Paesaggio con figure - NO RESERVE

Follower of GASPARD DUGHET, detto GASPARD POUSSIN (Roma, 1615 – 1675) Paesaggio con figure Olio su tela, cm. 25 x 33 Dimensione cornice cm. 35 x 43 x 5 ca. NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice antica (?) dorata e lavorata (difetti): Splendido dipinto antico, olio su tela, raffigurante un Paesaggio con figure – probabilmente – della campagna romana. Per la qualità e le caratteristiche di stile – non è azzardato – ricondurre con cautela alla mano di un pittore franco-italiano che s’ispira nello stile di Gaspard Dughet detto anche Gaspar Dughet (Roma, 1615 – 1675). L’originale ductus pittorico di questo paesaggio con una veduta di un borgo medioevale situato a sinistra in prossimità sopra una collina; mentre in basso a valle, la distesa campagna limitato da un sentiero circondato da alberi e piantagione; in basso a centro invece due viandanti con un bambino lungo il percorso del citato sentiero; infine, in lontananza, a sempre a sinistra si intravedono delle montagne. Tale rappresentazione, rivela immediatamente l’inconfondibile paternità della scuola di Gaspar Dughet. Il dipinto rappresenta un notevole e saliente saggio delle abituali capacità rappresentative di colui che divenne il più richiesto specialista del genere del paesaggio arcadico pastorale nella Roma della prima generazione del XVII secolo. In questo paesaggio eseguito con inconfondibile pittoricismo di veloce stesura e di morbide sfumature, traspare la libera ambientazione nella campagna laziale che fu decisamente la fonte primaria d’ispirazione del pittore. La tela è condotta con delicati passaggi tonali su base cromatica prevalentemente verdastra e la stesura del colore si presenta rapida e corposa, capacità tecniche con cui il “Pussino” (appellativo derivato dall’aver sposato nel 1630 la sorella di Nicolas Poussin, da cui apprese i primi insegnamenti), seppe rendere, con sintetica incisività, il frusciare del fogliame degli alberi e della bassa vegetazione, sempre percorsa da raggi di luce radente, che costituiscono una caratteristica personale del suo stile. Numerosi possono essere i confronti da evidenziare con le opere eseguite nella cerchia del maestro dalla medesima rappresentazione. Di origine francesi ma romano di nascita, Gaspard Dughet fu uno dei più importanti paesisti dell'età barocca. La sua formazione si svolse nella bottega di Nicolas Poussin, che ne incoraggiò il talento osservando 'che inclinava più a disegnar paesi che figure. E come era fuor di modo inclinato anche alla caccia, gli diceva che considerasse fissamente in cacciando così da vicino, che di lontano qualunque sito, e veduta che si presentasse allo sguardo, e che delle più belle ne facesse è disegni' (Pascoli, 1730, p. 58). Seppur numerose le notizie letterarie e storiche che lo riguardano, la biografia del pittore è nondimeno sfocata e ancora approssimativo è il catalogo della sua produzione. Tuttavia, la poetica di Dughet possiede una personale e riconoscibile cifra stilistica, una sincera adesione al dato naturale e un gusto arcadico parco di citazioni antiquariali o mitologiche, in affinità di pensiero con le coeve scene di battaglia senza eroe. L'artista fu tra i primi a descrivere la campagna romana con empatia e sensibilità realistica, ponendo altresì attenzione ai fenomeni atmosferici, certificandone il concepimento 'en plein air'. È questo l'aspetto che più lo distingue dai suoi colleghi e dall'ideale classico di tradizione bolognese, cogliendo nei fremiti drammatici della natura la sua intrinsecità arcadica. Non stupisce pertanto il fatto che Dughet fu ricercatissimo e celebrato dall'aristocrazia e modello di riferimento per gli artisti della generazione seguente come Jan Frans van Bloemen e Andrea Locatelli. La sua attività autonoma comincia nel quarto decennio, con la decorazione di una stanza al primo piano nobile del Palazzo Muti Bussi all'Ara Coeli, sono gli anni in cui l'artista, al seguito di Claude Lorrain e Nicolas Poussin, cerca la sua ispirazione esplorando la campagna romana, studiandone dal vero gli scorci più suggestivi, gli effetti di luce e la lussureggiante vegetazione. Alla metà del secolo sarà chiamato dai Pamphilj, i Costaguti e i Colonna per i quali esegue affreschi e dipinti da cavalletto, come le suggestive tempere che ancora oggi adornano la Sala dei Paesaggi nel Palazzo ai Santi Apostoli. Il dipinto in esame è quindi un affascinante esempio della sua maturità, nei modi di quella famosa seconda maniera ricordata dal Baldinucci (Baldinucci, 1845-1847, p. 304), una veduta reale ma idealizzata dell'Agro romano, interpretata con sensibilità pastorale dove lo sguardo si addentra in profondità seguendo la cadenza degli alberi e delle ombre. In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali abbastanza discreto considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica mostra una vernice in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica, nulla comunque di veramente rilevante. A luce solare si notano piccoli caduti di colori sparse nella tela; inoltre è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Il dipinto è stato rifoderato. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 25 x 33. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice antica (?) dorata e lavorata (le misure della cornice sono cm. 35 x 43 x 5 ca.). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine." PROVENIENZA: Coll. Privata PUBBLICAZIONE:  Inedito;  I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

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detto GASPARD POUSSIN
(Roma, 1615 – 1675)
Paesaggio con figure
Olio su tela, cm. 25 x 33
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NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Opera non firmata. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice antica (?) dorata e lavorata (difetti):

Splendido dipinto antico, olio su tela, raffigurante un Paesaggio con figure – probabilmente – della campagna romana. Per la qualità e le caratteristiche di stile – non è azzardato – ricondurre con cautela alla mano di un pittore franco-italiano che s’ispira nello stile di Gaspard Dughet detto anche Gaspar Dughet (Roma, 1615 – 1675).
L’originale ductus pittorico di questo paesaggio con una veduta di un borgo medioevale situato a sinistra in prossimità sopra una collina; mentre in basso a valle, la distesa campagna limitato da un sentiero circondato da alberi e piantagione; in basso a centro invece due viandanti con un bambino lungo il percorso del citato sentiero; infine, in lontananza, a sempre a sinistra si intravedono delle montagne. Tale rappresentazione, rivela immediatamente l’inconfondibile paternità della scuola di Gaspar Dughet. Il dipinto rappresenta un notevole e saliente saggio delle abituali capacità rappresentative di colui che divenne il più richiesto specialista del genere del paesaggio arcadico pastorale nella Roma della prima generazione del XVII secolo. In questo paesaggio eseguito con inconfondibile pittoricismo di veloce stesura e di morbide sfumature, traspare la libera ambientazione nella campagna laziale che fu decisamente la fonte primaria d’ispirazione del pittore. La tela è condotta con delicati passaggi tonali su base cromatica prevalentemente verdastra e la stesura del colore si presenta rapida e corposa, capacità tecniche con cui il “Pussino” (appellativo derivato dall’aver sposato nel 1630 la sorella di Nicolas Poussin, da cui apprese i primi insegnamenti), seppe rendere, con sintetica incisività, il frusciare del fogliame degli alberi e della bassa vegetazione, sempre percorsa da raggi di luce radente, che costituiscono una caratteristica personale del suo stile. Numerosi possono essere i confronti da evidenziare con le opere eseguite nella cerchia del maestro dalla medesima rappresentazione.
Di origine francesi ma romano di nascita, Gaspard Dughet fu uno dei più importanti paesisti dell'età barocca. La sua formazione si svolse nella bottega di Nicolas Poussin, che ne incoraggiò il talento osservando 'che inclinava più a disegnar paesi che figure. E come era fuor di modo inclinato anche alla caccia, gli diceva che considerasse fissamente in cacciando così da vicino, che di lontano qualunque sito, e veduta che si presentasse allo sguardo, e che delle più belle ne facesse è disegni' (Pascoli, 1730, p. 58). Seppur numerose le notizie letterarie e storiche che lo riguardano, la biografia del pittore è nondimeno sfocata e ancora approssimativo è il catalogo della sua produzione. Tuttavia, la poetica di Dughet possiede una personale e riconoscibile cifra stilistica, una sincera adesione al dato naturale e un gusto arcadico parco di citazioni antiquariali o mitologiche, in affinità di pensiero con le coeve scene di battaglia senza eroe. L'artista fu tra i primi a descrivere la campagna romana con empatia e sensibilità realistica, ponendo altresì attenzione ai fenomeni atmosferici, certificandone il concepimento 'en plein air'. È questo l'aspetto che più lo distingue dai suoi colleghi e dall'ideale classico di tradizione bolognese, cogliendo nei fremiti drammatici della natura la sua intrinsecità arcadica. Non stupisce pertanto il fatto che Dughet fu ricercatissimo e celebrato dall'aristocrazia e modello di riferimento per gli artisti della generazione seguente come Jan Frans van Bloemen e Andrea Locatelli. La sua attività autonoma comincia nel quarto decennio, con la decorazione di una stanza al primo piano nobile del Palazzo Muti Bussi all'Ara Coeli, sono gli anni in cui l'artista, al seguito di Claude Lorrain e Nicolas Poussin, cerca la sua ispirazione esplorando la campagna romana, studiandone dal vero gli scorci più suggestivi, gli effetti di luce e la lussureggiante vegetazione. Alla metà del secolo sarà chiamato dai Pamphilj, i Costaguti e i Colonna per i quali esegue affreschi e dipinti da cavalletto, come le suggestive tempere che ancora oggi adornano la Sala dei Paesaggi nel Palazzo ai Santi Apostoli. Il dipinto in esame è quindi un affascinante esempio della sua maturità, nei modi di quella famosa seconda maniera ricordata dal Baldinucci (Baldinucci, 1845-1847, p. 304), una veduta reale ma idealizzata dell'Agro romano, interpretata con sensibilità pastorale dove lo sguardo si addentra in profondità seguendo la cadenza degli alberi e delle ombre.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali abbastanza discreto considerando l'epoca del dipinto, la superficie pittorica mostra una vernice in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica, nulla comunque di veramente rilevante. A luce solare si notano piccoli caduti di colori sparse nella tela; inoltre è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Il dipinto è stato rifoderato. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 25 x 33. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice antica (?) dorata e lavorata (le misure della cornice sono cm. 35 x 43 x 5 ca.). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."

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