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Mask - Mende - 塞拉利昂
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Maschera a elmo dei Mende Sierra Leone - questo copricapo chiamato Ndoli Jowei della Società femminile Sande, colei che “guida le danze” e che incarna lo spirito del Jowei (o Sowei), nume tutelare della società stessa. Questa maschera di danza cerimoniale è originaria della Sierra Leone ed indossata dalle ragazze della congregazione “Sande” o “Bundu”. Tale gruppo aveva lo scopo di insegnare alle giovani donne il rispetto e la conoscenza delle regole sociali. Le componenti più anziane e di conseguenza più importanti avevano il ruolo di educatrici. La danzatrice indossa sulla sommità della testa tale copricapo di legno che rappresenta le fantasiose e diverse capigliature delle giovani iniziate. Interessante la nostra variante caratterizzata dalla elaborata acconciatura, con sopra due mani a tenere insieme il tutto. Gli anelli al collo oltre a rappresentare la “prosperità” e la “bellezza femminile” ricordano le onde sulla superficie dell’ acqua di uno spirito benevolo che emerge del fiume. Anche se in tutta l’ Africa il genere femminile rappresenta l’ intermediazione tra piano spirituale e piano terreno è interessante notare che tale maschera è risaputo essere l’ unica indossata da donne durante cerimonie. Anticamente le donne anziane dei Mende utilizzavano maschere come questa durante i riti di passaggio all'età adulta chiamati Bundu, per spiegare alle bambine il comportamento da tenere circa le varie faccende domestiche che da lì a poco avrebbero interessato le loro vite e famiglie. Spiegavano loro come amministrare il denaro, tenere una casa, rispettare il marito etc. Insegnavano alle piccole donne le regole sociali non solo verbalmente, ma anche visivamente tramite quattro tratti estetici comuni a tutte le maschere usate nei riti Bundu: primo, i capelli che devono essere sempre ben acconciati, solo le pazze vanno in giro spettinate. Secondo, la fronte ampia denota intelligenza ed apertura mentale. Terzo, i rotolini di grasso sul collo rappresentano bellezza, prosperità, benessere e ricchezza. Quarto, ed ultimo: tenere sempre la bocca chiusa. Questi quattro insegnamenti si ritrovano sempre espressi visivamente in ogni singola maschera dei Mende e dei loro vicini e questa qui presentata, esprime questi concetti concretamente in una squisita armonia di elaborate forme e canoni estetici realizzati magistralmente. Utilizzata in molti riti, data la spessa coloritura applicata e rinfrescata ad ogni singola cerimonia, questa splendida maschera era originariamente caratterizzata da un acconciatura ancora più complessa ed elaborata (da notare su fronte un gris gisi islamico), a prova dell’influenza islamica sulla popolazione. La fronte alta o larga rappresenta la buona fortuna o la mente acuta e contemplativa della donna Mende ideale.  Gli occhi abbassati simboleggiano una natura mite e spirituale. La piccola bocca indica il carattere tranquillo e umile della donna ideale.  Le pieghe sul collo sono a volte indicate essere rappresentative di un ideale di bellezza femminile Mende ma probabilmente sono un'originale espediente artistico per mantenere la grande apertura inferiore che la maschera deve avere per essere indossata.  I fori alla base servono per collegare un lungo costume che devo coprire la figura intera, una donna che indossa queste maschere non deve esporre alcuna parte del suo corpo o uno spirito vendicativo potrebbe impossessarsi di lei.  Le donne spesso coprono il proprio corpo con masse di rafia o di panno nero. Quando una ragazza viene iniziata nella società Sande, il maestro intagliatore del villaggio crea una maschera speciale solo per lei.  Le maschere elmetto sono realizzate da una sezione del tronco d'albero, spesso dell'albero kpole (Ceiba Pentandra), quindi scolpite e incavate per adattarsi alla testa e al viso di chi le indossa. L'intagliatore del legno deve aspettare fino a quando non ha un sogno che lo guida sull' aspetto che la maschera deve avere per quella destinataria. Una maschera, una volta attivata con un rituale specifico da parte delle sowei, deve poi essere nascosta in un luogo segreto quando nessuno la indossa.  Queste maschere compaiono non solo nei rituali di iniziazione, ma anche in eventi importanti come funerali, arbitrati e installazione al potere di nuovi capi. Fessurazione per movimento legno, guardare le foto... Misure: Altezza 29,5 x 19 x 20 cm. Peso 1270 gr. Provenienza Galleria wunderkammer.store velocemente ben imballata e spedita con tracciamento e assicurazione.

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Maschera a elmo dei Mende Sierra Leone - questo copricapo chiamato Ndoli Jowei della Società femminile Sande, colei che “guida le danze” e che incarna lo spirito del Jowei (o Sowei), nume tutelare della società stessa.

Questa maschera di danza cerimoniale è originaria della Sierra Leone ed indossata dalle ragazze della congregazione “Sande” o “Bundu”.

Tale gruppo aveva lo scopo di insegnare alle giovani donne il rispetto e la conoscenza delle regole sociali. Le componenti più anziane e di conseguenza più importanti avevano il ruolo di educatrici.

La danzatrice indossa sulla sommità della testa tale copricapo di legno che rappresenta le fantasiose e diverse capigliature delle giovani iniziate.

Interessante la nostra variante caratterizzata dalla elaborata acconciatura, con sopra due mani a tenere insieme il tutto.

Gli anelli al collo oltre a rappresentare la “prosperità” e la “bellezza femminile” ricordano le onde sulla superficie dell’ acqua di uno spirito benevolo che emerge del fiume.

Anche se in tutta l’ Africa il genere femminile rappresenta l’ intermediazione tra piano spirituale e piano terreno è interessante notare che tale maschera è risaputo essere l’ unica indossata da donne durante cerimonie.

Anticamente le donne anziane dei Mende utilizzavano maschere come questa durante i riti di passaggio all'età adulta chiamati Bundu, per spiegare alle bambine il comportamento da tenere circa le varie faccende domestiche che da lì a poco avrebbero interessato le loro vite e famiglie.

Spiegavano loro come amministrare il denaro, tenere una casa, rispettare il marito etc.

Insegnavano alle piccole donne le regole sociali non solo verbalmente, ma anche visivamente tramite quattro tratti estetici comuni a tutte le maschere usate nei riti Bundu: primo, i capelli che devono essere sempre ben acconciati, solo le pazze vanno in giro spettinate.

Secondo, la fronte ampia denota intelligenza ed apertura mentale.

Terzo, i rotolini di grasso sul collo rappresentano bellezza, prosperità, benessere e ricchezza.
Quarto, ed ultimo: tenere sempre la bocca chiusa.

Questi quattro insegnamenti si ritrovano sempre espressi visivamente in ogni singola maschera dei Mende e dei loro vicini e questa qui presentata, esprime questi concetti concretamente in una squisita armonia di elaborate forme e canoni estetici realizzati magistralmente.

Utilizzata in molti riti, data la spessa coloritura applicata e rinfrescata ad ogni singola cerimonia, questa splendida maschera era originariamente caratterizzata da un acconciatura ancora più complessa ed elaborata (da notare su fronte un gris gisi islamico), a prova dell’influenza islamica sulla popolazione.

La fronte alta o larga rappresenta la buona fortuna o la mente acuta e contemplativa della donna Mende ideale.  Gli occhi abbassati simboleggiano una natura mite e spirituale.

La piccola bocca indica il carattere tranquillo e umile della donna ideale. 

Le pieghe sul collo sono a volte indicate essere rappresentative di un ideale di bellezza femminile Mende ma probabilmente sono un'originale espediente artistico per mantenere la grande apertura inferiore che la maschera deve avere per essere indossata. 

I fori alla base servono per collegare un lungo costume che devo coprire la figura intera, una donna che indossa queste maschere non deve esporre alcuna parte del suo corpo o uno spirito vendicativo potrebbe impossessarsi di lei.

 Le donne spesso coprono il proprio corpo con masse di rafia o di panno nero.
Quando una ragazza viene iniziata nella società Sande, il maestro intagliatore del villaggio crea una maschera speciale solo per lei. 

Le maschere elmetto sono realizzate da una sezione del tronco d'albero, spesso dell'albero kpole (Ceiba Pentandra), quindi scolpite e incavate per adattarsi alla testa e al viso di chi le indossa.

L'intagliatore del legno deve aspettare fino a quando non ha un sogno che lo guida sull' aspetto che la maschera deve avere per quella destinataria.

Una maschera, una volta attivata con un rituale specifico da parte delle sowei, deve poi essere nascosta in un luogo segreto quando nessuno la indossa. 

Queste maschere compaiono non solo nei rituali di iniziazione, ma anche in eventi importanti come funerali, arbitrati e installazione al potere di nuovi capi.

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Dimitri André
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