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Da Caravaggio (XVIII) - Madonna dei Pellegrini
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Da Caravaggio (XVIII) - Madonna dei Pellegrini

XVIII secolo, Madonna dei Pellegrini Olio su rame, cm 32,5 x 22,5 Con cornice, cm 44 x 37 “Fecer crudela congiura Michele a’danni tuoi Morte e Natura” con queste parole il poeta Giovanni Battista Marino commemora la dipartita dell’amico Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, pittore eccentrico, rissoso e geniale, innamorato della luce e del vero. Pochi artisti sono riusciti a suscitare tanto interesse e a rivoluzionare in modo permanente la storia dell’arte quanto il pittore lombardo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, paese in cui nacque nel 1571. Dopo la prima formazione lombarda nella bottega di Simone Peterzano, in cui impara ad amare la natura e a dipingere dal vero con grande predilezione per gli effetti della luce, si sposta ben presto Roma nella bottega del Cavalier d’Arpino. È qui a Roma che esplode la sua creatività anche grazie all’appoggio di grandi potenti quale il Mattei, Vincenzo Giustiniani, i cardinali Francesco Maria Del Monte, Scipione Borghese, Maffeo Barberini, mecenati che apprezzano le opere ma disprezzano il temperamento violento del pittore lombardo. Durante il suo soggiorno nell’urbe esegue alcune prove capitali come Giuditta e Oloferne (oggi in palazzo Barberini), la Maddalena Penitente (Galleria Doria Pamphilj) o e le tele da collocare all'interno della cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi e nella cappella Cerasi nella basilica di Santa Maria del Popolo. Dopo il 1606 e la fuga da Roma verso i territori meridionali di Napoli e Malta la sua pittura si fa più drammatica e caratterizzata da tonalità più notturne. Le composizioni si fanno monumentali e piene di angoscia religiosa e sembrano riassumere gli anni tormentati della Controriforma e dell’inquisizione ma anche il dramma personale dell’uomo: cacciato da Roma per omicidio con una sentenza di morte sulla testa. Sono gli anni delle Sette Opere di Misericordia della Sepoltura di Santa Lucia e della Decollazione di San Giovanni Battista e il Davide con la testa di Golia ultime opere prima della prematura morte avvenuta a Porto Ercole nel luglio del 1608. La brillantezza chiaroscurale del presente rame riporta in vita uno dei massimi capolavori del Merisi, la Madonna di Loreto, meglio conosciuta come Madonna dei Pellegrini, raffigurati ai piedi della vergine. Caravaggio realizza la tela tra il 1604 e il 1606 posta a decoro della cappella Cavalletti presso la Basilica di Sant’Agostino a Roma, edificio costruito tra il XIII e XIV secolo con forme legate a Leon Battista Alberti e ricco di testimonianze artistiche come il profeta Isaia affrescato da Raffaello, passando per i santi Agostino, Giovanni Battista e Paolo l’Eremita dipinti da Guercino, fino alla Madonna col Bambino e la Madonna del Parto, scolpite rispettivamente da Andrea e Jacopo Sansovino. La cappella Cavalletti prende il nome dall’omonima famiglia di origine bolognese che l’acquista nel 1603 e che, essendo particolarmente devota alla Madonna di Loreto, decidono di commissionare al Marisi una tela che ne raffigurasse il soggetto. Il culto della Madonna di Loreto risale al XIII secolo; la leggenda prevede che tra il 9 e i 10 dicembre 1294 la casa dove è nato Gesù fu trasportata dagli angeli a Loreto, nelle Marche, dove oggi sorge un santuario, costruito nel XV secolo, meta di numerosi pellegrinaggi. Tradizionalmente l’iconografia della Madonna di Loreto prevede la raffigurazione della Vergine con il Bambino trasportati da Nazaret verso Loreto da una schiera di angeli, insieme alla casa dove ella ha dato alla luce il Messia. Tale abitazione è solitamente rappresentata come edicola che ospita la Vergine e il bambino, oppure come una casa di mattoni su cui siedono i due protagonisti della scena. Caravaggio però, sovverte i canoni iconografici e sceglie di rappresentare la Vergine, a piedi nudi, con Gesù bambino in braccio non in volo circondati da Angeli, bensì sulla soglia di casa pronta ad accogliere due pellegrini. A rendere la composizione provocante, se non trasgressiva è, oltre al consueto naturalismo tipico del pittore lombardo sgravato da ogni idealizzazione, la scelta di raffigurare nei panni della Vergine Maddalena Lena, di Paolo Antognetti, cortigiana d’alto borgo nella Roma del tempo (nonché modella per diversi artisti). Oltre alla scelta scandalosa della modella, che i contemporanei riconoscevano con facilità, la protagonista non appare come una canonica Vergine: le sue vesti sono quelle dei popolani di Roma e in lei non traspare nessun segno di trionfo spirituale, né di ricchezza e il volto risulta impassibilmente senza emozioni. Rifacendosi alla poetica del vero caravaggesca sempre realistici sono i particolari come le vesti lise dei pellegrini e i loro piedi sporchi e gonfi dal troppo camminare posti in primo piano. #gallerycorner

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XVIII secolo,
Madonna dei Pellegrini
Olio su rame, cm 32,5 x 22,5
Con cornice, cm 44 x 37

“Fecer crudela congiura Michele a’danni tuoi Morte e Natura” con queste parole il poeta Giovanni Battista Marino commemora la dipartita dell’amico Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, pittore eccentrico, rissoso e geniale, innamorato della luce e del vero. Pochi artisti sono riusciti a suscitare tanto interesse e a rivoluzionare in modo permanente la storia dell’arte quanto il pittore lombardo Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, paese in cui nacque nel 1571. Dopo la prima formazione lombarda nella bottega di Simone Peterzano, in cui impara ad amare la natura e a dipingere dal vero con grande predilezione per gli effetti della luce, si sposta ben presto Roma nella bottega del Cavalier d’Arpino. È qui a Roma che esplode la sua creatività anche grazie all’appoggio di grandi potenti quale il Mattei, Vincenzo Giustiniani, i cardinali Francesco Maria Del Monte, Scipione Borghese, Maffeo Barberini, mecenati che apprezzano le opere ma disprezzano il temperamento violento del pittore lombardo. Durante il suo soggiorno nell’urbe esegue alcune prove capitali come Giuditta e Oloferne (oggi in palazzo Barberini), la Maddalena Penitente (Galleria Doria Pamphilj) o e le tele da collocare all'interno della cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi e nella cappella Cerasi nella basilica di Santa Maria del Popolo. Dopo il 1606 e la fuga da Roma verso i territori meridionali di Napoli e Malta la sua pittura si fa più drammatica e caratterizzata da tonalità più notturne. Le composizioni si fanno monumentali e piene di angoscia religiosa e sembrano riassumere gli anni tormentati della Controriforma e dell’inquisizione ma anche il dramma personale dell’uomo: cacciato da Roma per omicidio con una sentenza di morte sulla testa. Sono gli anni delle Sette Opere di Misericordia della Sepoltura di Santa Lucia e della Decollazione di San Giovanni Battista e il Davide con la testa di Golia ultime opere prima della prematura morte avvenuta a Porto Ercole nel luglio del 1608.
La brillantezza chiaroscurale del presente rame riporta in vita uno dei massimi capolavori del Merisi, la Madonna di Loreto, meglio conosciuta come Madonna dei Pellegrini, raffigurati ai piedi della vergine. Caravaggio realizza la tela tra il 1604 e il 1606 posta a decoro della cappella Cavalletti presso la Basilica di Sant’Agostino a Roma, edificio costruito tra il XIII e XIV secolo con forme legate a Leon Battista Alberti e ricco di testimonianze artistiche come il profeta Isaia affrescato da Raffaello, passando per i santi Agostino, Giovanni Battista e Paolo l’Eremita dipinti da Guercino, fino alla Madonna col Bambino e la Madonna del Parto, scolpite rispettivamente da Andrea e Jacopo Sansovino. La cappella Cavalletti prende il nome dall’omonima famiglia di origine bolognese che l’acquista nel 1603 e che, essendo particolarmente devota alla Madonna di Loreto, decidono di commissionare al Marisi una tela che ne raffigurasse il soggetto. Il culto della Madonna di Loreto risale al XIII secolo; la leggenda prevede che tra il 9 e i 10 dicembre 1294 la casa dove è nato Gesù fu trasportata dagli angeli a Loreto, nelle Marche, dove oggi sorge un santuario, costruito nel XV secolo, meta di numerosi pellegrinaggi. Tradizionalmente l’iconografia della Madonna di Loreto prevede la raffigurazione della Vergine con il Bambino trasportati da Nazaret verso Loreto da una schiera di angeli, insieme alla casa dove ella ha dato alla luce il Messia. Tale abitazione è solitamente rappresentata come edicola che ospita la Vergine e il bambino, oppure come una casa di mattoni su cui siedono i due protagonisti della scena. Caravaggio però, sovverte i canoni iconografici e sceglie di rappresentare la Vergine, a piedi nudi, con Gesù bambino in braccio non in volo circondati da Angeli, bensì sulla soglia di casa pronta ad accogliere due pellegrini. A rendere la composizione provocante, se non trasgressiva è, oltre al consueto naturalismo tipico del pittore lombardo sgravato da ogni idealizzazione, la scelta di raffigurare nei panni della Vergine Maddalena Lena, di Paolo Antognetti, cortigiana d’alto borgo nella Roma del tempo (nonché modella per diversi artisti). Oltre alla scelta scandalosa della modella, che i contemporanei riconoscevano con facilità, la protagonista non appare come una canonica Vergine: le sue vesti sono quelle dei popolani di Roma e in lei non traspare nessun segno di trionfo spirituale, né di ricchezza e il volto risulta impassibilmente senza emozioni. Rifacendosi alla poetica del vero caravaggesca sempre realistici sono i particolari come le vesti lise dei pellegrini e i loro piedi sporchi e gonfi dal troppo camminare posti in primo piano.
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