Giambologna (attr.) – Ratto di una Sabina Scultura in bronzo fuso raffigurante il celebre soggetto del Ratto delle Sabine, ispirato al capolavoro manierista di Giambologna (Jean de Boulogne), uno dei massimi scultori del Rinascimento italiano. L’opera riprende la composizione elicoidale tipica del maestro fiammingo attivo a Firenze, caratterizzata dal dinamismo ascensionale delle figure intrecciate e dalla visione multipla a 360 gradi. Il gruppo scultoreo esprime con grande forza plastica il contrasto tra tensione, movimento e drammaticità, elementi distintivi del linguaggio manierista. La scultura è realizzata in bronzo, mediante fusione, e presenta firma dell’autore incussa alla base. La patina è uniforme e valorizza il modellato, evidenziando i dettagli anatomici e la resa dei panneggi. Ratto delle Sabine è una riproduzione dell'opera omonima in marmo di Carrara (1574-1580), di Giambologna. La famosa scultura del ratto delle Sabine, rappresenta la scena del famoso rapimento da parte dei romani, e si produce in un groviglio di figure che, con grande tensione, sembrano arrampicarsi una sull'altra verso l'alto. Il capolavoro dell'artista fiammingo del XVI secolo Giambologna, raffigura uno degli eventi più antichi della storia di Roma, avvolto da leggenda: il ratto delle donne Sabine, argomento molto popolare nel tardo Rinascimento. Il gruppo scultoreo, creato con grande abilità tecnica dal virtuoso Giambologna, esprime l'intero dramma di Vicenza: dallo shock dell'anziano padre Sabino alla ragazza, dall'estrema tensione del giovane soldato romano, fino alla cima di questa torre di corpi, culminando nella disperazione della donna che, come molti suoi colleghi contadini, non riuscì a liberarsi dalla presa del giovane.