Pittore caravaggesco attivo a Napoli (XVII) - San Pietro






Laurea magistrale in pittura rinascimentale, tirocinio Sotheby’s e 15 anni di esperienza.
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San Pietro, dipinto a olio italiano del XVII secolo, venduto con cornice dorata.
Descrizione del venditore
PITTORE CARAVAGGESCO ATTIVO A NAPOLI
(Attivo nel Regno delle due Sicilia nel ‘600)
San Pietro con il pesce in mano
Olio su tela, cm. 60 x 49,5
Dimensione cornice cm. 90 x 81 x 6 ca.
NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata e lavorata con didascalia in metallo al fronte “JUSEIP RIBERA LO SPAGNOLETTO 1632” (difetti):
Presentiamo in catalogo un interessante dipinto a olio su tela di buona qualità, raffigurante una scena biblica con San Pietro Apostolo nell’atto simbolico della sua chiamata, identificabile dal pesce tenuto in mano. La composizione mostra un uomo maturo e barbuto, rappresentato a mezzo busto, avvolto in un ruvido mantello bruno, con lo sguardo diretto verso lo spettatore. Si tratta di un’iconografia piuttosto rara di San Pietro durante la vocazione, episodio evangelico legato al miracolo della pesca.
Il dipinto rientra nella fortunata produzione di figure di apostoli e filosofi, tipica della scuola pittorica meridionale della prima metà del Seicento, fortemente influenzata dalla presenza, a partire dal 1616, del maestro spagnolo Jusepe de Ribera (Xàtiva, 1591 – Napoli, 1652) nella città partenopea.
L’opera manifesta una significativa forza espressiva di matrice caravaggesca. L’artista si rivela infatti partecipe di quel naturalismo intenso e drammatico che caratterizza la scuola napoletana del primo Seicento, nella quale il linguaggio di Caravaggio si evolve secondo declinazioni autonome, soprattutto attraverso l’opera di Ribera. La robusta influenza caravaggesca, diretta o mediata dagli allievi e seguaci del Merisi, emerge sia nella scelta di tipi popolari, resi con schiettezza e verità, sia nella costruzione delle forme, modellate mediante contrasti netti e incisivi di luce e ombra.
La mezza figura, indagata con crudo realismo e accentuato gusto tenebroso, è collocata in primo piano, leggermente di tre quarti, con lo sguardo rivolto allo spettatore mentre stringe il pesce nella mano. La figura emerge da un fondo brunito e compatto, con il quale sembra fondersi, ed è realizzata mediante pennellate generose e pastose. Alla plasticità delle forme si accompagna un sapiente gioco di luci e cromie, che segue un movimento destrorso, animato da impeto espressivo e da una luce severa che si concentra sull’incarnato.
L’opera reca un’attribuzione collezionistica allo Spagnoletto, confermata anche dal prof. Franco Fazio (esperto in restauro di Palermo), che la riconduce a un lavoro eseguito nell’ambito della bottega di Ribera, se non addirittura autografo. Successivamente, tuttavia, il dipinto è stato reso noto come capolavoro dallo storico dell’arte Stefano Causa, che ne ha proposto con certezza la corretta attribuzione a Nunzio Rossi (Napoli 1626 – Sicilia 1651), sulla base di evidenti affinità stilistiche con opere note dell’artista.
Al di là delle questioni attributive, il dipinto esprime una notevole qualità pittorica, sostenuta da una stesura vivace, ricca di calda luminosità e di intensità cromatica.
Si può infine concludere che l’opera presenta evidenti elementi riconducibili al naturalismo riberesco e si inserisce pienamente nel contesto culturale del Barocco napoletano, come attestano le pennellate rapide, i toni accesi e il marcato chiaroscuro. Sono altresì riconoscibili i caratteri della cultura artistica napoletana tra il 1630 e il 1650, periodo in cui la presenza di artisti stranieri quali Van Dyck e Rubens affianca e arricchisce il panorama dei pittori partenopei.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discreti considerando l'epoca del dipinto. La superficie pittorica si presenta in patina, e non mostra difficoltà di lettura. Il supporto è stato rintelato. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica, nulla comunque di veramente rilevante. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela sono cm. 60 x 49,5. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice dorata, con didascalia in metallo al fronte “JUSEIP RIBERA LO SPAGNOLETTO 1632”, di grande effetto decorativo (le misure della cornice sono cm. 90 x 81 x 6 ca., presenza difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."
Provenienza: Coll. privata
Pubblicazione:
Inedito;
I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025.
L’opera verrà spedito – in quanto fragile – con cassa di legno e polistirolo o trasportatore di fiducia. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.
S’informa che le spedizioni potrebbero subire dei ritardi, a causa delle festività natalizie.
Il venditore si racconta
PITTORE CARAVAGGESCO ATTIVO A NAPOLI
(Attivo nel Regno delle due Sicilia nel ‘600)
San Pietro con il pesce in mano
Olio su tela, cm. 60 x 49,5
Dimensione cornice cm. 90 x 81 x 6 ca.
NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata e lavorata con didascalia in metallo al fronte “JUSEIP RIBERA LO SPAGNOLETTO 1632” (difetti):
Presentiamo in catalogo un interessante dipinto a olio su tela di buona qualità, raffigurante una scena biblica con San Pietro Apostolo nell’atto simbolico della sua chiamata, identificabile dal pesce tenuto in mano. La composizione mostra un uomo maturo e barbuto, rappresentato a mezzo busto, avvolto in un ruvido mantello bruno, con lo sguardo diretto verso lo spettatore. Si tratta di un’iconografia piuttosto rara di San Pietro durante la vocazione, episodio evangelico legato al miracolo della pesca.
Il dipinto rientra nella fortunata produzione di figure di apostoli e filosofi, tipica della scuola pittorica meridionale della prima metà del Seicento, fortemente influenzata dalla presenza, a partire dal 1616, del maestro spagnolo Jusepe de Ribera (Xàtiva, 1591 – Napoli, 1652) nella città partenopea.
L’opera manifesta una significativa forza espressiva di matrice caravaggesca. L’artista si rivela infatti partecipe di quel naturalismo intenso e drammatico che caratterizza la scuola napoletana del primo Seicento, nella quale il linguaggio di Caravaggio si evolve secondo declinazioni autonome, soprattutto attraverso l’opera di Ribera. La robusta influenza caravaggesca, diretta o mediata dagli allievi e seguaci del Merisi, emerge sia nella scelta di tipi popolari, resi con schiettezza e verità, sia nella costruzione delle forme, modellate mediante contrasti netti e incisivi di luce e ombra.
La mezza figura, indagata con crudo realismo e accentuato gusto tenebroso, è collocata in primo piano, leggermente di tre quarti, con lo sguardo rivolto allo spettatore mentre stringe il pesce nella mano. La figura emerge da un fondo brunito e compatto, con il quale sembra fondersi, ed è realizzata mediante pennellate generose e pastose. Alla plasticità delle forme si accompagna un sapiente gioco di luci e cromie, che segue un movimento destrorso, animato da impeto espressivo e da una luce severa che si concentra sull’incarnato.
L’opera reca un’attribuzione collezionistica allo Spagnoletto, confermata anche dal prof. Franco Fazio (esperto in restauro di Palermo), che la riconduce a un lavoro eseguito nell’ambito della bottega di Ribera, se non addirittura autografo. Successivamente, tuttavia, il dipinto è stato reso noto come capolavoro dallo storico dell’arte Stefano Causa, che ne ha proposto con certezza la corretta attribuzione a Nunzio Rossi (Napoli 1626 – Sicilia 1651), sulla base di evidenti affinità stilistiche con opere note dell’artista.
Al di là delle questioni attributive, il dipinto esprime una notevole qualità pittorica, sostenuta da una stesura vivace, ricca di calda luminosità e di intensità cromatica.
Si può infine concludere che l’opera presenta evidenti elementi riconducibili al naturalismo riberesco e si inserisce pienamente nel contesto culturale del Barocco napoletano, come attestano le pennellate rapide, i toni accesi e il marcato chiaroscuro. Sono altresì riconoscibili i caratteri della cultura artistica napoletana tra il 1630 e il 1650, periodo in cui la presenza di artisti stranieri quali Van Dyck e Rubens affianca e arricchisce il panorama dei pittori partenopei.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discreti considerando l'epoca del dipinto. La superficie pittorica si presenta in patina, e non mostra difficoltà di lettura. Il supporto è stato rintelato. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica, nulla comunque di veramente rilevante. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela sono cm. 60 x 49,5. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice dorata, con didascalia in metallo al fronte “JUSEIP RIBERA LO SPAGNOLETTO 1632”, di grande effetto decorativo (le misure della cornice sono cm. 90 x 81 x 6 ca., presenza difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."
Provenienza: Coll. privata
Pubblicazione:
Inedito;
I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025.
L’opera verrà spedito – in quanto fragile – con cassa di legno e polistirolo o trasportatore di fiducia. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.
S’informa che le spedizioni potrebbero subire dei ritardi, a causa delle festività natalizie.
