Georges Bartoli (1957) - Jeu de guerre, Sarejevo 1995






Ha oltre dieci anni di esperienza nel campo dell'arte, specializzandosi in fotografia del dopoguerra e arte contemporanea.
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Descrizione del venditore
Le jeu de la guerre
Il siège di Sarajevo, capitale della Bosnia Erzegovina, nel giugno 1995, da parte delle forze serbe. Un bambino gioca alla guerra in uno dei quartieri periferici di Sarajevo.
Le persone, la vita, il lavoro di Georges Bartoli
Georges Bartoli ci propone qui alcuni sprazzi di una vita passata ad osservare il mondo.
Si è avvicinato alla gente, attratto dai loro gesti, dai loro mestieri, dal modo in cui vivono la loro quotidianità.
momenti di umanità catturati nella loro apparente banalità, simili attraverso epoche e geografie.
L'AUTEUR
Originario di Matemale, nelle Pirenei catalane, Georges Bartoli condivide il suo tempo tra il suo paese natale e i territori del mondo dove donne e uomini lavorano, lottano o cercano di ricostruire la loro vita.
Dopo diversi anni nella stampa regionale (Midi Libre, L’Indépendant), si rivolge al fotogiornalismo sociale, in Francia e all’estero. Collabora con L’Humanité, l’AFP, REA, poi con Reuters e Maxppp, prima di diventare completamente indipendente.
Il mio lavoro si concentra principalmente sulle lotte sociali, il mondo del lavoro, l'altermondialismo, la ruralità, così come su territori come la Palestina o il Venezuela.
Il venditore si racconta
Le jeu de la guerre
Il siège di Sarajevo, capitale della Bosnia Erzegovina, nel giugno 1995, da parte delle forze serbe. Un bambino gioca alla guerra in uno dei quartieri periferici di Sarajevo.
Le persone, la vita, il lavoro di Georges Bartoli
Georges Bartoli ci propone qui alcuni sprazzi di una vita passata ad osservare il mondo.
Si è avvicinato alla gente, attratto dai loro gesti, dai loro mestieri, dal modo in cui vivono la loro quotidianità.
momenti di umanità catturati nella loro apparente banalità, simili attraverso epoche e geografie.
L'AUTEUR
Originario di Matemale, nelle Pirenei catalane, Georges Bartoli condivide il suo tempo tra il suo paese natale e i territori del mondo dove donne e uomini lavorano, lottano o cercano di ricostruire la loro vita.
Dopo diversi anni nella stampa regionale (Midi Libre, L’Indépendant), si rivolge al fotogiornalismo sociale, in Francia e all’estero. Collabora con L’Humanité, l’AFP, REA, poi con Reuters e Maxppp, prima di diventare completamente indipendente.
Il mio lavoro si concentra principalmente sulle lotte sociali, il mondo del lavoro, l'altermondialismo, la ruralità, così come su territori come la Palestina o il Venezuela.
