Francesco Carini (1883-1959) - Il roseto a Caspoggio

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Carmen Íñiguez Berbeira
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Il roseto a Caspoggio, pittura ad olio su tavola, 1931, Italia, originale, firmato, con cornice, 68 x 73 cm.

Riepilogo creato con l’aiuto dell’IA

Descrizione del venditore

Coinvolgente opera del pittore Francesco Carini (Castelnuovo Bocca d'Adda, 1883 – Caspoggio, 1959) dipinta ad olio su tavola in buono stato di conservazione.
L'opera misura cm 45x50
La cornice molto bella è originale dell'epoca.
Opera firmata e datata 1931
Nato a Sondrio nel 1883, Francesco Carini è stato allievo a Milano del pittore, decoratore e caricaturista Giuseppe Palanti (1881-1926), insegnante dal 1907 alla Reale Accademia di Belle Arti e dal 1923 alla Scuola di decorazione a Brera.
Frequentatore assiduo della Valmalenco durante le vacanze, si stabilisce infine stabilmente a Caspoggio, riadattando una vecchia casa di sua proprietà di cui provvederà a disegnare e a realizzare personalmente anche l’arredo e la fontana del giardino.
Nel corso degli anni Quaranta tiene a Milano diverse personali, alla Galleria Balzani nel 1943, alla Galleria Internazionale nel 1949 e alla Galleria Gavioli sempre nel ’49.
Alcune sue opere sono oggi conservate alla Galleria d’Arte moderna di Milano e al Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio, ma, per la maggior parte, le sue opere sono disseminate in diverse collezioni private valtellinesi.
L’opera di Carini – ancora poco conosciuta e studiata malgrado l’indubbio rilievo che essa riveste per la pittura di paesaggio in ambito provinciale e regionale – costituisce un tentativo di sviluppo della tradizione del realismo naturalista lombardo della seconda metà dell’Ottocento che ha il suo capostipite in Filippo Carcano e i suoi più esponenti più noti in Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous, Francesco Gola, Enrico Filippini e Uberto Dell’Orto.
Di una tale tradizione Carini è nella prima metà del ‘900 in Valtellina un epigono robusto, quanto appartato e solitario. E’ la Valmalenco rurale, e soprattutto l’ambiente naturale e umano di Caspoggio, quello che emerge nei suoi quadri come soggetto paesistico d’elezione.
Sulla base di una matrice piuttosto accademica nell’impianto compositivo, Carini sviluppa un cromatismo volto alla resa del dato naturale con una pennellata all’inizio compatta e a vaste campiture piatte di colore, quindi sempre più mossa e sfrangiata con impasti densi e materici, particolarmente efficaci ed espressivi negli scorci rurali.
Provenienza collezione privata Milano Italia
Spedizione rapida con imballo sicuro

Il venditore si racconta

Mercante d'Arte specializzato in dipinti antichi e opere del XIX secolo In collaborazione con ART & INVESTIGATION indagini storico artistiche sulle opere d'arte

Coinvolgente opera del pittore Francesco Carini (Castelnuovo Bocca d'Adda, 1883 – Caspoggio, 1959) dipinta ad olio su tavola in buono stato di conservazione.
L'opera misura cm 45x50
La cornice molto bella è originale dell'epoca.
Opera firmata e datata 1931
Nato a Sondrio nel 1883, Francesco Carini è stato allievo a Milano del pittore, decoratore e caricaturista Giuseppe Palanti (1881-1926), insegnante dal 1907 alla Reale Accademia di Belle Arti e dal 1923 alla Scuola di decorazione a Brera.
Frequentatore assiduo della Valmalenco durante le vacanze, si stabilisce infine stabilmente a Caspoggio, riadattando una vecchia casa di sua proprietà di cui provvederà a disegnare e a realizzare personalmente anche l’arredo e la fontana del giardino.
Nel corso degli anni Quaranta tiene a Milano diverse personali, alla Galleria Balzani nel 1943, alla Galleria Internazionale nel 1949 e alla Galleria Gavioli sempre nel ’49.
Alcune sue opere sono oggi conservate alla Galleria d’Arte moderna di Milano e al Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio, ma, per la maggior parte, le sue opere sono disseminate in diverse collezioni private valtellinesi.
L’opera di Carini – ancora poco conosciuta e studiata malgrado l’indubbio rilievo che essa riveste per la pittura di paesaggio in ambito provinciale e regionale – costituisce un tentativo di sviluppo della tradizione del realismo naturalista lombardo della seconda metà dell’Ottocento che ha il suo capostipite in Filippo Carcano e i suoi più esponenti più noti in Leonardo Bazzaro, Eugenio Gignous, Francesco Gola, Enrico Filippini e Uberto Dell’Orto.
Di una tale tradizione Carini è nella prima metà del ‘900 in Valtellina un epigono robusto, quanto appartato e solitario. E’ la Valmalenco rurale, e soprattutto l’ambiente naturale e umano di Caspoggio, quello che emerge nei suoi quadri come soggetto paesistico d’elezione.
Sulla base di una matrice piuttosto accademica nell’impianto compositivo, Carini sviluppa un cromatismo volto alla resa del dato naturale con una pennellata all’inizio compatta e a vaste campiture piatte di colore, quindi sempre più mossa e sfrangiata con impasti densi e materici, particolarmente efficaci ed espressivi negli scorci rurali.
Provenienza collezione privata Milano Italia
Spedizione rapida con imballo sicuro

Il venditore si racconta

Mercante d'Arte specializzato in dipinti antichi e opere del XIX secolo In collaborazione con ART & INVESTIGATION indagini storico artistiche sulle opere d'arte

Dettagli

Artista
Francesco Carini (1883-1959)
Venduto con cornice
Venduto da
Galleria
Edizione
Originale
Titolo dell'opera
Il roseto a Caspoggio
Tecnica
Pittura a olio
Firma
Firmato
Paese d’origine
Italia
Anno
1931
Condizione
Buone condizioni
Altezza
68 cm
Larghezza
73 cm
Periodo
1930-1940
Venduto da
ItaliaVerificato
433
Oggetti venduti
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