Cristofano Allori (1577-1621), Scuola di - Giuditta e Oloferne

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Giuditta e Oloferne, pittura a olio del XVIII secolo, Italia, venduta con cornice.

Riepilogo creato con l’aiuto dell’IA

Descrizione del venditore

Il dipinto misura 144,5cmx 116,5cm senza la cornice, mentre con essa misura 132,5cmx160,5cm. E'in prima tela. La cornice è del tardo Ottocento, mentre il dipinto è da datare tra la fine del Settecento (XVIII secolo) e gli inizi dell'Ottocento. Questa monumentale opera d'arte è da ricondurre alla mano di un seguace di Cristofano Allori(1577-1621). In primo luogo l'opera era originariamente su un telaio leggermente più piccolo di quello attuale, che lo ha sostituito alla fine dell'Ottocento. Infatti, sono ancora visibili dei piccoli fori all'estremità destra del dipinto(vedi fotografia del particolare), i quali contenevano i chiodini che erano dietro, sul lato che era a destra del telaio originale.
L'opera pertanto era di un paio di centimetri più piccola. Inoltre, la qualità del dipinto è eccezionale e, come si può vedere dalla fotografia del particolare del viso di Giuditta, il craquelè è fitto ed è tipico di un'opera antica. La tela è a tessitura verticale e diagonale.
Infine, sul retro è presente una iscrizione, attraverso la quale è possibile dedurre che quest'opera è stata conservata a Firenze fino almeno alla fine del XIX secolo(vedi fotografie). Infatti, l'iscrizione riporta l'indirizzo del proprietario del dipinto, a cui il quadro sarebbe dovuto essere spedito dopo l'incorniciatura e il restauro. L'opera è stata prodotta quindi sicuramente in area fiorentina.

Il dipinto presenta alcune sostanziali differenze con l'originale: la veste è caratterizzata da un colore più acceso, così come anche l'incarnato di Giuditta. Coesistono l'alta qualità e la variazione sul modello dell'opera conservata agli Uffizi. La qualità è estremamente alta e l'artista ha utilizzato molte velature per rendere le figure con effetti di grande trasparenza soprattutto negli incarnati.

Come riporta wikipedia, Cristofano Allori nacque a Firenze da Maria e dal pittore Alessandro di Cristofano Allori, allievo e pupillo del noto Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, appellativo che egli aveva ereditato dal maestro e che trasmetterà anche al figlio. Alessandro, che dopo la morte del Bronzino (1572) e del Vasari (1574) poteva vantarsi di essere tra i primi pittori di Firenze e di godere di grande considerazione a corte, lo prese molto presto nella sua bottega, tanto che già nel 1590 Cristofano firmava la sua prima tela, un acerbo Ritratto del conte Ugo di Toscana. Nella bottega assimilò il disegno paterno, si dedicò a copiare le tele di Raffaello e di fra Bartolomeo, a studiare le opere del Bronzino e del Ligozzi, impegnandosi nel ritratto: quello di Francesco e Caterina de' Medici è del 1596.

Il suo capolavoro è probabilmente la Giuditta con la testa di Oloferne. Esiste in tre versioni: una a Palazzo Pitti a Firenze, la seconda nella Queen's Gallery di Londra e una terza al Kunsthistorisches Museum di Vienna.[6] Modello per Giuditta fu la sua amante, Maria di Giovanni Mazzafirri detta Mazzafirra, cortigiana di celebre bellezza. È rappresentata anche nella Maddalena e in un ritratto che si trova al museo d'Arte e di Storia di Ginevra. La testa di Oloferne è considerata un autoritratto dell'Allori che per la bella Mazzafirra perse, metaforicamente, la testa.


Il dipinto può essere spedito in tutta l'Unione Europea. La spedizione avverrà attraverso il servizio di "Mail Boxes etc"

Il dipinto misura 144,5cmx 116,5cm senza la cornice, mentre con essa misura 132,5cmx160,5cm. E'in prima tela. La cornice è del tardo Ottocento, mentre il dipinto è da datare tra la fine del Settecento (XVIII secolo) e gli inizi dell'Ottocento. Questa monumentale opera d'arte è da ricondurre alla mano di un seguace di Cristofano Allori(1577-1621). In primo luogo l'opera era originariamente su un telaio leggermente più piccolo di quello attuale, che lo ha sostituito alla fine dell'Ottocento. Infatti, sono ancora visibili dei piccoli fori all'estremità destra del dipinto(vedi fotografia del particolare), i quali contenevano i chiodini che erano dietro, sul lato che era a destra del telaio originale.
L'opera pertanto era di un paio di centimetri più piccola. Inoltre, la qualità del dipinto è eccezionale e, come si può vedere dalla fotografia del particolare del viso di Giuditta, il craquelè è fitto ed è tipico di un'opera antica. La tela è a tessitura verticale e diagonale.
Infine, sul retro è presente una iscrizione, attraverso la quale è possibile dedurre che quest'opera è stata conservata a Firenze fino almeno alla fine del XIX secolo(vedi fotografie). Infatti, l'iscrizione riporta l'indirizzo del proprietario del dipinto, a cui il quadro sarebbe dovuto essere spedito dopo l'incorniciatura e il restauro. L'opera è stata prodotta quindi sicuramente in area fiorentina.

Il dipinto presenta alcune sostanziali differenze con l'originale: la veste è caratterizzata da un colore più acceso, così come anche l'incarnato di Giuditta. Coesistono l'alta qualità e la variazione sul modello dell'opera conservata agli Uffizi. La qualità è estremamente alta e l'artista ha utilizzato molte velature per rendere le figure con effetti di grande trasparenza soprattutto negli incarnati.

Come riporta wikipedia, Cristofano Allori nacque a Firenze da Maria e dal pittore Alessandro di Cristofano Allori, allievo e pupillo del noto Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino, appellativo che egli aveva ereditato dal maestro e che trasmetterà anche al figlio. Alessandro, che dopo la morte del Bronzino (1572) e del Vasari (1574) poteva vantarsi di essere tra i primi pittori di Firenze e di godere di grande considerazione a corte, lo prese molto presto nella sua bottega, tanto che già nel 1590 Cristofano firmava la sua prima tela, un acerbo Ritratto del conte Ugo di Toscana. Nella bottega assimilò il disegno paterno, si dedicò a copiare le tele di Raffaello e di fra Bartolomeo, a studiare le opere del Bronzino e del Ligozzi, impegnandosi nel ritratto: quello di Francesco e Caterina de' Medici è del 1596.

Il suo capolavoro è probabilmente la Giuditta con la testa di Oloferne. Esiste in tre versioni: una a Palazzo Pitti a Firenze, la seconda nella Queen's Gallery di Londra e una terza al Kunsthistorisches Museum di Vienna.[6] Modello per Giuditta fu la sua amante, Maria di Giovanni Mazzafirri detta Mazzafirra, cortigiana di celebre bellezza. È rappresentata anche nella Maddalena e in un ritratto che si trova al museo d'Arte e di Storia di Ginevra. La testa di Oloferne è considerata un autoritratto dell'Allori che per la bella Mazzafirra perse, metaforicamente, la testa.


Il dipinto può essere spedito in tutta l'Unione Europea. La spedizione avverrà attraverso il servizio di "Mail Boxes etc"

Dettagli

Artista
Cristofano Allori (1577-1621), Scuola di
Venduto con cornice
Titolo dell'opera
Giuditta e Oloferne
Tecnica
Pittura a olio
Firma
Non firmato
Paese d’origine
Italia
Condizione
Eccellenti condizioni
Altezza
160,5 cm
Larghezza
132,5 cm
Stile
Barocco
Periodo
XVIII secolo
ItaliaVerificato
57
Oggetti venduti
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