roberto montanaro - BANANA UNCHAINED






Laurea magistrale in Cinema e Arti Visive; curatore, scrittore e ricercatore esperto.
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Roberto Montanaro presenta BANANA UNCHAINED, opera in edizione limitata 2025 con tecnica mista e pittura acrilica, numero di edizione 2, dimensioni 31,1 × 25,2 cm, venduta con cornice, origini dall'Italia.
Descrizione del venditore
Se Andy Warhol sosteneva che "nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti", questa opera ci suggerisce che alcune icone sono destinate a durare molto più a lungo, dialogando tra loro attraverso i decenni.
Ci troviamo di fronte a un quadro materico di spiccata intelligenza visiva, racchiuso in una cornice "rosa shocking" che grida Pop Art da ogni angolo. L'artista ha orchestrato un incontro impossibile e surreale tra due dei frutti più celebri della storia dell'arte: la banana "adesiva" di Maurizio Cattelan (Comedian, 2019) e la banana "sbucciabile" di Andy Warhol (copertina dei The Velvet Underground & Nico, 1967).
Il colpo di genio dell'opera risiede nell'azione. Non siamo di fronte alla statica (e costosa) banana di Cattelan appesa al muro in attesa di marcire. Qui, il frutto ha preso vita. L'opera è una storia di liberazione: la scultura bianca e tridimensionale della banana ha spezzato il nastro adesivo argentato – simbolo della sua prigionia commerciale e mediatica – guadagnando non solo la libertà, ma anche l'umanità, rappresentata dall'apparizione di due piccole braccia.
Cosa fa una banana appena evasa dal giogo dell'arte concettuale contemporanea? Rende omaggio alle sue origini. Tenendo tra le mani il vinile dei Velvet Underground, il protagonista sembra dire: "Prima di essere uno scherzo da 120.000 dollari, ero un'icona del rock". È un "meta-riferimento" delizioso: la banana scultorea guarda la banana grafica, chiudendo un cerchio artistico lungo mezzo secolo.
L'uso del materico è gestito con sapienza. Il contrasto tra la finitura liscia e bianca del frutto-scultura e la texture ruvida e strappata del nastro adesivo crea un dinamismo tattile. La scelta del bianco totale per il corpo della banana (invece del giallo realistico) la eleva a statua, a simbolo puro, mentre il colore esplode solo nella cornice e nella copertina del disco, focalizzando l'attenzione sul messaggio culturale.
Questa opera è un pastiche irriverente e coltissimo. È un pezzo che non si limita a decorare, ma strappa un sorriso intelligente. Trasforma la polemica sterile sull'arte contemporanea in una celebrazione giocosa, ricordandoci che l'arte, prima di essere mercato, è ribellione e citazione.
Se Andy Warhol sosteneva che "nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti", questa opera ci suggerisce che alcune icone sono destinate a durare molto più a lungo, dialogando tra loro attraverso i decenni.
Ci troviamo di fronte a un quadro materico di spiccata intelligenza visiva, racchiuso in una cornice "rosa shocking" che grida Pop Art da ogni angolo. L'artista ha orchestrato un incontro impossibile e surreale tra due dei frutti più celebri della storia dell'arte: la banana "adesiva" di Maurizio Cattelan (Comedian, 2019) e la banana "sbucciabile" di Andy Warhol (copertina dei The Velvet Underground & Nico, 1967).
Il colpo di genio dell'opera risiede nell'azione. Non siamo di fronte alla statica (e costosa) banana di Cattelan appesa al muro in attesa di marcire. Qui, il frutto ha preso vita. L'opera è una storia di liberazione: la scultura bianca e tridimensionale della banana ha spezzato il nastro adesivo argentato – simbolo della sua prigionia commerciale e mediatica – guadagnando non solo la libertà, ma anche l'umanità, rappresentata dall'apparizione di due piccole braccia.
Cosa fa una banana appena evasa dal giogo dell'arte concettuale contemporanea? Rende omaggio alle sue origini. Tenendo tra le mani il vinile dei Velvet Underground, il protagonista sembra dire: "Prima di essere uno scherzo da 120.000 dollari, ero un'icona del rock". È un "meta-riferimento" delizioso: la banana scultorea guarda la banana grafica, chiudendo un cerchio artistico lungo mezzo secolo.
L'uso del materico è gestito con sapienza. Il contrasto tra la finitura liscia e bianca del frutto-scultura e la texture ruvida e strappata del nastro adesivo crea un dinamismo tattile. La scelta del bianco totale per il corpo della banana (invece del giallo realistico) la eleva a statua, a simbolo puro, mentre il colore esplode solo nella cornice e nella copertina del disco, focalizzando l'attenzione sul messaggio culturale.
Questa opera è un pastiche irriverente e coltissimo. È un pezzo che non si limita a decorare, ma strappa un sorriso intelligente. Trasforma la polemica sterile sull'arte contemporanea in una celebrazione giocosa, ricordandoci che l'arte, prima di essere mercato, è ribellione e citazione.
