Giovanni Bilivert (1576-1644), Seguace di - Giuseppe e la moglie di Putifarre





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Giuseppe e la moglie di Putifarre, olio su tela del XVIII secolo, dall'Italia, attribuita a un seguace di Giovanni Bilivert, con cornice.
Descrizione del venditore
Caratteristiche principali dell’opera:
• Giovanni Bilivert (1585–1644), seguace di • “Giuseppe e la moglie di Putifarre” • Olio su tela • 47×61 cm, 54×68 cm con cornice • Cornice lignea dorata inclusa • Provenienza Cardinale Vincenzo Vannutelli (1836-1930), decano del collegio cardinalizio; per eredità ai suoi discendenti
Opera appartenente alla corrente del Barocco italiano
Stile: Barocco
La scena rappresenta l’episodio biblico narrato nella Genesi (cap. 39), in cui Giuseppe fugge dalle avances della moglie di Putifarre che tenta di trattenerlo afferrandogli il mantello. L’opera riprende il celebre dipinto di Giovanni Bilivert “Giuseppe e la moglie di Putifarre”, oggi conservato presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, seguendone l’impianto compositivo. Il gesto drammatico, il contrasto tra i corpi e il movimento dei panneggi costruiscono un’intensa scena teatrale.
L’opera è stata realizzata nel XVIII secolo da un pittore legato alla tradizione di Giovanni Bilivert, che ne riprende lo stile e la composizione senza varianti sostanziali. La scena, il chiaroscuro e i panneggi mostrano una conoscenza diretta del dipinto originale conservato a Palazzo Barberini. L’attribuzione a un seguace si basa sul confronto con altre copie settecentesche riconducibili allo stesso modello, molto richiesto dai collezionisti dell’epoca. La tela si presenta in buona conservazione generale, mentre la cornice dorata d’epoca mostra alcuni segni del tempo coerenti con l’età.
Giovanni Bilivert (Firenze, 1585 – 1644) fu uno dei protagonisti della pittura fiorentina del Seicento, formatosi nella bottega di Ludovico Cigoli e attivo per la corte medicea e per prestigiose committenze religiose e aristocratiche. La sua produzione, segnata da eleganza compositiva e forte teatralità, contribuì alla definizione del linguaggio barocco in area toscana, in dialogo con i grandi maestri del Barocco italiano come Pietro da Cortona e Guido Reni. Il suo stile narrativo e luminoso divenne un punto di riferimento per numerosi pittori attivi tra Firenze e Roma.
L'acquirente riceverà l'opera in un imballo accurato e resistente. Spedizione molto rapida. Possibilità di ritiro gratuito a Monza/Milano.
Caratteristiche principali dell’opera:
• Giovanni Bilivert (1585–1644), seguace di • “Giuseppe e la moglie di Putifarre” • Olio su tela • 47×61 cm, 54×68 cm con cornice • Cornice lignea dorata inclusa • Provenienza Cardinale Vincenzo Vannutelli (1836-1930), decano del collegio cardinalizio; per eredità ai suoi discendenti
Opera appartenente alla corrente del Barocco italiano
Stile: Barocco
La scena rappresenta l’episodio biblico narrato nella Genesi (cap. 39), in cui Giuseppe fugge dalle avances della moglie di Putifarre che tenta di trattenerlo afferrandogli il mantello. L’opera riprende il celebre dipinto di Giovanni Bilivert “Giuseppe e la moglie di Putifarre”, oggi conservato presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, seguendone l’impianto compositivo. Il gesto drammatico, il contrasto tra i corpi e il movimento dei panneggi costruiscono un’intensa scena teatrale.
L’opera è stata realizzata nel XVIII secolo da un pittore legato alla tradizione di Giovanni Bilivert, che ne riprende lo stile e la composizione senza varianti sostanziali. La scena, il chiaroscuro e i panneggi mostrano una conoscenza diretta del dipinto originale conservato a Palazzo Barberini. L’attribuzione a un seguace si basa sul confronto con altre copie settecentesche riconducibili allo stesso modello, molto richiesto dai collezionisti dell’epoca. La tela si presenta in buona conservazione generale, mentre la cornice dorata d’epoca mostra alcuni segni del tempo coerenti con l’età.
Giovanni Bilivert (Firenze, 1585 – 1644) fu uno dei protagonisti della pittura fiorentina del Seicento, formatosi nella bottega di Ludovico Cigoli e attivo per la corte medicea e per prestigiose committenze religiose e aristocratiche. La sua produzione, segnata da eleganza compositiva e forte teatralità, contribuì alla definizione del linguaggio barocco in area toscana, in dialogo con i grandi maestri del Barocco italiano come Pietro da Cortona e Guido Reni. Il suo stile narrativo e luminoso divenne un punto di riferimento per numerosi pittori attivi tra Firenze e Roma.
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