Caio M. Garrubba - Photographs - 2000






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Titolo del libro 'Photographs' di Caio M. Garrubba.
Descrizione del venditore
Fotografie a colori e in bianco e nero di Caio Mario Garrubba. Testo di Diego Mormorio sul retro della sovraccoperta.
4° (32,5 x 32,5 cm), 80 pp. copertina rigida, extra dust jacket dell'edizione italiana (molto probabilmente l'edizione inglese è stata pubblicata senza dust jacket). Il libro è in buone condizioni, alcuni segni di usura all'esterno (vedi foto), anche la dust jacket presenta una lacerazione sulla copertina anteriore ed è ondulata. Internamente molto buono, senza segni di scrittura, rilegatura salda.
Caio Mario Garrubba (Napoli, 1923 – Spoleto, 2015), legato alla cultura di sinistra che vedeva nel socialismo reale e nell’Unione Sovietica una promessa e una speranza, è stato capace di fotografare questa realtà con uno sguardo disilluso, ma sempre con un focus costante sulle persone e sul fattore umano. Il risultato è una fotografia che non è un resoconto diretto di un secolo di storia, ma della umanità e vitalità che lo hanno guidato. (...) Lo si poteva incontrare alle due di notte in un nightclub di Berlino Est, nel bel mezzo della Guerra Fredda, sorseggiando champagne sovietico, o in una strada soleggiata di Madrid mentre mangiava gamberi e studiava i volti e i gesti dei passanti. Taciturno e silenzioso come un gatto astuto pronto a saltare fuori – come lo descriveva lo scrittore e fotografo Ermanno Rea – Caio Mario Garrubba rispondeva a chi gli chiedeva perché usasse attrezzature così semplici (una fotocamera Leica e qualche obiettivo extra) che le fotografie ‘si scattano con la testa e non con le macchine’. Il suo istintivo disprezzo per i potenti, che cercava di catturare nei loro momenti più ‘fascinosamente puzzolenti’, come lui stesso racconta, era accompagnato da una passione incondizionata per le persone che incontrava per strada, che diventavano soggetti straordinari di una delle prospettive fotografiche più profonde della fine del XX secolo.
Caio Garrubba ha fotografato Napoli e la Calabria - i luoghi da cui proviene - in modo piuttosto esteso, e anche i paesi di quello che un tempo era il mondo comunista - soprattutto Polonia, Germania, URSS e Cina - ancora di più. Per usare ancora le parole di Parise, potremmo dire che, per essere sintetici, Garrubba può essere definito il fotografo del comunismo. Ma anche allora, nel 1983, l'autore de Il Prete bello si chiedeva: quale comunismo? Non quello reale, con la sua dittatura e burocrazia, ma quello radicato nella speranza" (dal testo di Mormorio).
Fotografie a colori e in bianco e nero di Caio Mario Garrubba. Testo di Diego Mormorio sul retro della sovraccoperta.
4° (32,5 x 32,5 cm), 80 pp. copertina rigida, extra dust jacket dell'edizione italiana (molto probabilmente l'edizione inglese è stata pubblicata senza dust jacket). Il libro è in buone condizioni, alcuni segni di usura all'esterno (vedi foto), anche la dust jacket presenta una lacerazione sulla copertina anteriore ed è ondulata. Internamente molto buono, senza segni di scrittura, rilegatura salda.
Caio Mario Garrubba (Napoli, 1923 – Spoleto, 2015), legato alla cultura di sinistra che vedeva nel socialismo reale e nell’Unione Sovietica una promessa e una speranza, è stato capace di fotografare questa realtà con uno sguardo disilluso, ma sempre con un focus costante sulle persone e sul fattore umano. Il risultato è una fotografia che non è un resoconto diretto di un secolo di storia, ma della umanità e vitalità che lo hanno guidato. (...) Lo si poteva incontrare alle due di notte in un nightclub di Berlino Est, nel bel mezzo della Guerra Fredda, sorseggiando champagne sovietico, o in una strada soleggiata di Madrid mentre mangiava gamberi e studiava i volti e i gesti dei passanti. Taciturno e silenzioso come un gatto astuto pronto a saltare fuori – come lo descriveva lo scrittore e fotografo Ermanno Rea – Caio Mario Garrubba rispondeva a chi gli chiedeva perché usasse attrezzature così semplici (una fotocamera Leica e qualche obiettivo extra) che le fotografie ‘si scattano con la testa e non con le macchine’. Il suo istintivo disprezzo per i potenti, che cercava di catturare nei loro momenti più ‘fascinosamente puzzolenti’, come lui stesso racconta, era accompagnato da una passione incondizionata per le persone che incontrava per strada, che diventavano soggetti straordinari di una delle prospettive fotografiche più profonde della fine del XX secolo.
Caio Garrubba ha fotografato Napoli e la Calabria - i luoghi da cui proviene - in modo piuttosto esteso, e anche i paesi di quello che un tempo era il mondo comunista - soprattutto Polonia, Germania, URSS e Cina - ancora di più. Per usare ancora le parole di Parise, potremmo dire che, per essere sintetici, Garrubba può essere definito il fotografo del comunismo. Ma anche allora, nel 1983, l'autore de Il Prete bello si chiedeva: quale comunismo? Non quello reale, con la sua dittatura e burocrazia, ma quello radicato nella speranza" (dal testo di Mormorio).
