Jean Milo (1906-1993) - Composition abstraite





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Jean Milo (1906-1993), Composition abstraite, tecniche miste, edizione originale, 1971.
Descrizione del venditore
Jean Milo (1906-1993)
Composizione astratta
Tecnica mista
Ottimo stato - cornice originale
Le macchie bianche sono i riflessi dei fari.
Firmata e datata 1971
Formato presso le accademie di Saint-Josse-ten-Noode e di Bruxelles con Constant Montald, Jean Milo realizza le sue prime tele nel 1924. Due anni più tardi, si lega ai fratelli Haesaerts e diventa vice direttore della galleria d’avanguardia Le Centaure a Bruxelles. Ricoprirà questa funzione fino al 1931.
Jean Milo è particolarmente attivo nel campo delle esposizioni d'arte, dei gruppi e delle associazioni di artisti, sia in Belgio che a livello internazionale. Tra il 1946 e il 1949, è membro della Jeune Peinture belge. Nel 1946, partecipa all'Esposizione internazionale d’Arte moderna organizzata dall’Unesco a Parigi. Dal 1952 al 1956, fa parte del gruppo Art abstrait insieme a Jo Delahaut e partecipa, dal 1956 al 1963, ai Salons des Réalités Nouvelles a Parigi. È l’ideatore dei gruppi Art actuel, nel 1958, e Coll’Art, nel 1970.
Negli anni '60, l'opera di Jean Milo raggiunge una certa consacrazione, poiché nel 1962 la XXXI Biennale di Venezia gli dedica una sala intera, mentre due anni dopo il museo di Ixelles organizzerà una grande retrospettiva del suo lavoro, ripercorrendo il suo percorso artistico dagli anni 1924 al 1964.
Per quanto riguarda in modo particolare la sua opera e lo stile che sviluppa, sono evidenti delle evoluzioni nette. All'inizio, la sua pittura rimane soggetta a una forma di riferimento alla realtà, fino al 1948; quell'anno passa alla non-figurazione. Dal 1949 al 1951, si dirige verso l'astrazione pura con accenti vicini all'astrazione lirica. Nel 1953, un viaggio nel Congo lo orienta verso una potenza del colore e delle forme più essenziali. A partire dal 1957, pratica un impressionismo astratto. Nel 1959, si interessa alla tecnica del lavis di china che applica su lunghi rotoli di carta. Verso il 1970-1971, realizza collage, vicini alle esperienze surrealiste. Durante gli anni '70, dipinge anche opere intimiste con grande libertà di esecuzione e con tematiche centrali sulla vita a Belloy, casa-studio nella valle di Lasne in Brabant. Dal 1979, si dedica a una serie intitolata Feste di famiglia, un insieme che raccoglie un numero importante di disegni, schizzi, acquerelli e oli. L'opera di Jean Milo è in realtà un'illustrazione perfetta dei movimenti artistici che si sono succeduti in Belgio tra le due guerre e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il suo stile è, all'inizio, espressionista, nella scia dell'École de Laethem; successivamente, subisce l'influenza di Braque e Picasso, evolvendosi così verso l'astrazione per poi tornare, infine, verso il neo-figurativo.
Jean Milo (1906-1993)
Composizione astratta
Tecnica mista
Ottimo stato - cornice originale
Le macchie bianche sono i riflessi dei fari.
Firmata e datata 1971
Formato presso le accademie di Saint-Josse-ten-Noode e di Bruxelles con Constant Montald, Jean Milo realizza le sue prime tele nel 1924. Due anni più tardi, si lega ai fratelli Haesaerts e diventa vice direttore della galleria d’avanguardia Le Centaure a Bruxelles. Ricoprirà questa funzione fino al 1931.
Jean Milo è particolarmente attivo nel campo delle esposizioni d'arte, dei gruppi e delle associazioni di artisti, sia in Belgio che a livello internazionale. Tra il 1946 e il 1949, è membro della Jeune Peinture belge. Nel 1946, partecipa all'Esposizione internazionale d’Arte moderna organizzata dall’Unesco a Parigi. Dal 1952 al 1956, fa parte del gruppo Art abstrait insieme a Jo Delahaut e partecipa, dal 1956 al 1963, ai Salons des Réalités Nouvelles a Parigi. È l’ideatore dei gruppi Art actuel, nel 1958, e Coll’Art, nel 1970.
Negli anni '60, l'opera di Jean Milo raggiunge una certa consacrazione, poiché nel 1962 la XXXI Biennale di Venezia gli dedica una sala intera, mentre due anni dopo il museo di Ixelles organizzerà una grande retrospettiva del suo lavoro, ripercorrendo il suo percorso artistico dagli anni 1924 al 1964.
Per quanto riguarda in modo particolare la sua opera e lo stile che sviluppa, sono evidenti delle evoluzioni nette. All'inizio, la sua pittura rimane soggetta a una forma di riferimento alla realtà, fino al 1948; quell'anno passa alla non-figurazione. Dal 1949 al 1951, si dirige verso l'astrazione pura con accenti vicini all'astrazione lirica. Nel 1953, un viaggio nel Congo lo orienta verso una potenza del colore e delle forme più essenziali. A partire dal 1957, pratica un impressionismo astratto. Nel 1959, si interessa alla tecnica del lavis di china che applica su lunghi rotoli di carta. Verso il 1970-1971, realizza collage, vicini alle esperienze surrealiste. Durante gli anni '70, dipinge anche opere intimiste con grande libertà di esecuzione e con tematiche centrali sulla vita a Belloy, casa-studio nella valle di Lasne in Brabant. Dal 1979, si dedica a una serie intitolata Feste di famiglia, un insieme che raccoglie un numero importante di disegni, schizzi, acquerelli e oli. L'opera di Jean Milo è in realtà un'illustrazione perfetta dei movimenti artistici che si sono succeduti in Belgio tra le due guerre e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il suo stile è, all'inizio, espressionista, nella scia dell'École de Laethem; successivamente, subisce l'influenza di Braque e Picasso, evolvendosi così verso l'astrazione per poi tornare, infine, verso il neo-figurativo.

