Ludovico Mazzanti (1686–1775), Workshop of - Santo in adorazione del crocifisso

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Santo in adorazione del crocifisso, olio su tela ovale, 74 × 61 cm, XVIII secolo, officina di Ludovico Mazzanti, Italia.

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Descrizione del venditore

Workshop of LUDOVICO MAZZANTI
(Roma, 1686 – Viterbo, 1775)
Santo in adorazione del crocifisso
Olio su tela ovale, cm. 74 x 61


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Presentiamo nel catalogo dell’asta un interessante dipinto ad olio su tela ovale di buona qualità, ove illustra una delle scene di un Santo o Beato durante l’adorazione del Crocifisso.
Nel dipinto, il Santo o Beato – di giovane età – è ritratto di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso l’alto, mentre tiene tra le mani la Croce in un gesto di adorazione. Ai piedi della Croce, su un tavolino coperto da una tovaglia rossa, sono posati un teschio e due libri. L'iconografia con l'adorazione del crocifisso, il teschio e i libri simboleggia la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Il teschio di Adamo, situato ai piedi della croce, rappresenta l'umanità e il peccato originale, mentre i libri possono alludere alla conoscenza e alla parola di Dio che conduce alla salvezza, evidenziando il sacrificio di Cristo come riscatto per tutta l'umanità.
Dal punto di vista stilistica è alla presenza di una composizione di suggestiva qualità, molto evoluta e raffinata che nelle tinte e nei riflessi luminosi rievochi i peculiari caratteri pittorici di un grande maestro attivo a Roma e Napoli nella prima metà del Settecento, capace di realizzare una raffigurazione elegantemente accesa e di derivazione solimenesca.
Già ritenuta ascrivibile all'ambito romano e nello stesso tempo vicina alla cerchia di Francesco Solimena () per tradizione orale, e successivamente reso noto – in questa sede e con prudenza – la corretta assegnazione nell’ambito dei lavori eseguiti dal pittore Ludovico Mazzanti (Roma, 1686 – Viterbo, 1775), di nascita romana e di adozione partenopea.
L'opera si rivela, infatti, una preziosa aggiunta al catalogo del pittore orvietano, ed è databile al quarto decennio del Settecento – durante il soggiorno partenopeo – per alcuni stringenti confronti con le tele dello stesso periodo a Napoli, come la Giuditta e Oloferne della Collection Motais de Narbonnedel, realizzato nel 1740 ed oggi conservato nella collezione della Fondazione Bemberg, Tolosa, in cui si ritrovano gli stessi tipi fisiognomici e la stessa dinamica plasticità dei panneggi.
Ludovico Mazzanti fu, insieme a Giovanni Odazzi, l'allievo prediletto di Giovanni Battista Gaulli, nella cui bottega entrò giovanissimo nel 1700. Influenzato, come tutti i pittori romani della sua generazione, dalla lezione di Maratti, si distinse tuttavia per una pittura classicista affatto originale, meno delicata graficamente ma più corposa e palpabile pittoricamente. Le sue figure sono caratterizzate da una vitalità sanguigna e terrena, lontana dalle eteree delicatezze di Giuseppe Bartolomeo Chiari, Luigi Garzi e Giovanni Odazzi.
Tra le opere più significative dipinte da Mazzanti a Roma vi sono gli affreschi nella Chiesa di Sant'Ignazio, i quadri per Sant'Andrea al Quirinale e le due tele da soffitto in palazzo già de Carolis.
Il pittore lavorò a Napoli dal 1733, dove dipinse per la Chiesa dei Gerolamini, per l'Abbazia di Montevergine e per la Chiesa della Nunziatella. Durante il suo soggiorno partenopeo ebbe modo di studiare le opere di Solimena, De Matteis e De Mura, da cui fu fortemente influenzato, sia per la gamma cromatica, sia per la plasticità delle figure. Tutte queste caratteristiche si ritrovano nel dipinto qui offerto, di grande impatto visivo, in cui la drammaticità della scena, inserita in un contesto neutro dello sfondo, pur nella grazia dei colori, è resa con attenzione ai dettagli naturalistici, un vero e proprio modello barocco di eroina destinato ad incontrare un grande successo fra i contemporanei.
Pertanto, non sorprende la precedente attribuzione – come già citato – ascrivibile all'ambito romano e vicina alla cerchia del citato Solimena, ed oggi restituibile al pittore Ludovico Mazzanti.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discreti considerando l'epoca del dipinto. La superficie pittorica si presenta in patina, e non mostra difficoltà di lettura. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica, nulla comunque di veramente rilevante. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela a forma ovale sono cm. 74 x 61.
Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosito da una bella cornice in stile barocco dorata.

Provenienza: Coll. privata

Pubblicazione:
 Inedito;
 I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025.

Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

Il venditore si racconta

Nato a Le Locle, Svizzera, nel 1975, diplomato in perito commerciale, è titolare della Galleria d’Arte Antica Intermidiart – fondata nel 2011 – nella quale offre una raffinata selezione di opere d’arte, in particolare dipinti del XVII (come Guido Reni, Francesco Furini, Pietro Novelli, Carlo Saraceni, Lorenzo Lippi, Bernardo Strozzi, altri) e XVIII secolo (come Luca Giordano, Giuseppe Maria Crespi, ecc). Ha fondato nel 2015 l’associazione culturale “Fiera Franca Ss. Salvatore”, con lo scopo di rappresentare un importante veicolo per la promozione della conoscenza dell’arte e della cultura locale. Collabora sia con professionisti in restauro e laboratori specializzati per gli studi tecnici e analisi delle opere antiche, sia con storici ed esperti d’arte nazionali ed internazionali. Dopo aver maturato esperienze di lavoro in gallerie e mostre di livello nazionale, vanta numerose pubblicazioni di saggi. Ha diretto diverse edizioni di mostre espositive per il ciclo inedito “I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture”, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, Regione Sicilia, Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani, ed altri Enti.

Workshop of LUDOVICO MAZZANTI
(Roma, 1686 – Viterbo, 1775)
Santo in adorazione del crocifisso
Olio su tela ovale, cm. 74 x 61


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Presentiamo nel catalogo dell’asta un interessante dipinto ad olio su tela ovale di buona qualità, ove illustra una delle scene di un Santo o Beato durante l’adorazione del Crocifisso.
Nel dipinto, il Santo o Beato – di giovane età – è ritratto di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso l’alto, mentre tiene tra le mani la Croce in un gesto di adorazione. Ai piedi della Croce, su un tavolino coperto da una tovaglia rossa, sono posati un teschio e due libri. L'iconografia con l'adorazione del crocifisso, il teschio e i libri simboleggia la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Il teschio di Adamo, situato ai piedi della croce, rappresenta l'umanità e il peccato originale, mentre i libri possono alludere alla conoscenza e alla parola di Dio che conduce alla salvezza, evidenziando il sacrificio di Cristo come riscatto per tutta l'umanità.
Dal punto di vista stilistica è alla presenza di una composizione di suggestiva qualità, molto evoluta e raffinata che nelle tinte e nei riflessi luminosi rievochi i peculiari caratteri pittorici di un grande maestro attivo a Roma e Napoli nella prima metà del Settecento, capace di realizzare una raffigurazione elegantemente accesa e di derivazione solimenesca.
Già ritenuta ascrivibile all'ambito romano e nello stesso tempo vicina alla cerchia di Francesco Solimena () per tradizione orale, e successivamente reso noto – in questa sede e con prudenza – la corretta assegnazione nell’ambito dei lavori eseguiti dal pittore Ludovico Mazzanti (Roma, 1686 – Viterbo, 1775), di nascita romana e di adozione partenopea.
L'opera si rivela, infatti, una preziosa aggiunta al catalogo del pittore orvietano, ed è databile al quarto decennio del Settecento – durante il soggiorno partenopeo – per alcuni stringenti confronti con le tele dello stesso periodo a Napoli, come la Giuditta e Oloferne della Collection Motais de Narbonnedel, realizzato nel 1740 ed oggi conservato nella collezione della Fondazione Bemberg, Tolosa, in cui si ritrovano gli stessi tipi fisiognomici e la stessa dinamica plasticità dei panneggi.
Ludovico Mazzanti fu, insieme a Giovanni Odazzi, l'allievo prediletto di Giovanni Battista Gaulli, nella cui bottega entrò giovanissimo nel 1700. Influenzato, come tutti i pittori romani della sua generazione, dalla lezione di Maratti, si distinse tuttavia per una pittura classicista affatto originale, meno delicata graficamente ma più corposa e palpabile pittoricamente. Le sue figure sono caratterizzate da una vitalità sanguigna e terrena, lontana dalle eteree delicatezze di Giuseppe Bartolomeo Chiari, Luigi Garzi e Giovanni Odazzi.
Tra le opere più significative dipinte da Mazzanti a Roma vi sono gli affreschi nella Chiesa di Sant'Ignazio, i quadri per Sant'Andrea al Quirinale e le due tele da soffitto in palazzo già de Carolis.
Il pittore lavorò a Napoli dal 1733, dove dipinse per la Chiesa dei Gerolamini, per l'Abbazia di Montevergine e per la Chiesa della Nunziatella. Durante il suo soggiorno partenopeo ebbe modo di studiare le opere di Solimena, De Matteis e De Mura, da cui fu fortemente influenzato, sia per la gamma cromatica, sia per la plasticità delle figure. Tutte queste caratteristiche si ritrovano nel dipinto qui offerto, di grande impatto visivo, in cui la drammaticità della scena, inserita in un contesto neutro dello sfondo, pur nella grazia dei colori, è resa con attenzione ai dettagli naturalistici, un vero e proprio modello barocco di eroina destinato ad incontrare un grande successo fra i contemporanei.
Pertanto, non sorprende la precedente attribuzione – come già citato – ascrivibile all'ambito romano e vicina alla cerchia del citato Solimena, ed oggi restituibile al pittore Ludovico Mazzanti.
In merito al suo stato conservativo, la tela si presenta in condizioni generali discreti considerando l'epoca del dipinto. La superficie pittorica si presenta in patina, e non mostra difficoltà di lettura. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e qualche leggera svelatura e ossidazione della superficie pittorica, nulla comunque di veramente rilevante. A luce solare è visibile un fine craquelé rapportato all'epoca. Le misure della tela a forma ovale sono cm. 74 x 61.
Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosito da una bella cornice in stile barocco dorata.

Provenienza: Coll. privata

Pubblicazione:
 Inedito;
 I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025.

Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

Il venditore si racconta

Nato a Le Locle, Svizzera, nel 1975, diplomato in perito commerciale, è titolare della Galleria d’Arte Antica Intermidiart – fondata nel 2011 – nella quale offre una raffinata selezione di opere d’arte, in particolare dipinti del XVII (come Guido Reni, Francesco Furini, Pietro Novelli, Carlo Saraceni, Lorenzo Lippi, Bernardo Strozzi, altri) e XVIII secolo (come Luca Giordano, Giuseppe Maria Crespi, ecc). Ha fondato nel 2015 l’associazione culturale “Fiera Franca Ss. Salvatore”, con lo scopo di rappresentare un importante veicolo per la promozione della conoscenza dell’arte e della cultura locale. Collabora sia con professionisti in restauro e laboratori specializzati per gli studi tecnici e analisi delle opere antiche, sia con storici ed esperti d’arte nazionali ed internazionali. Dopo aver maturato esperienze di lavoro in gallerie e mostre di livello nazionale, vanta numerose pubblicazioni di saggi. Ha diretto diverse edizioni di mostre espositive per il ciclo inedito “I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture”, patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali, Regione Sicilia, Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani, ed altri Enti.

Dettagli

Artista
Ludovico Mazzanti (1686–1775), Workshop of
Venduto con cornice
No
Titolo dell'opera
Santo in adorazione del crocifisso
Tecnica
Pittura a olio
Firma
Non firmato
Paese d’origine
Italia
Condizione
Discrete condizioni
Altezza
74 cm
Larghezza
61 cm
Peso
4 kg
Raffigurazione/Tematica
Religione
Stile
Barocco
Periodo
XVIII secolo
Venduto da
ItaliaVerificato
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Oggetti venduti
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pro

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