JAM MONTOYA. Libro descatalogado e inencontrable - SANCTORVM - 2003





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Descrizione del venditore
E rispondendo l'angelo disse: lo Spirito Santo verrà su di te e la virtù dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra; perciò anche ciò che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
Nessuno è profeta nella propria terra, dice il proverbio. Sta a noi evitare che la capacità creativa venga castrata o espulsa dalle nostre frontiere (come già accaduto al pittore Juan Barjola), a causa dell'ignoranza di alcuni e del sottomissione di altri.
Pensiero Critico si lascia sedurre dal genio, cerca di adottare lo sguardo di JAM Montoya, per conoscere la persona che si cela dietro un obiettivo che delinea sentimenti come il dolore, la solitudine e l'agonia che, mimetizzati con il sesso, risvegliano nello spettatore ciò che credeva dormire.
Se sentiamo il bisogno impellente di descrivere con parole qualcosa che sfugge alla materialità, alla quotidianità degli oggetti, qualcosa che ci strappi più della pelle, che ci smembri fino a lasciarci quasi moribondi, è più che probabile che ci troviamo di fronte all'opera di JAM Montoya.
Nato in Estremadura (Spagna), e con la ferma convinzione di voler diventare fotografo già a sedici anni, definisce questa disciplina artistica come 'il senso della sua vita'. Un senso che, purtroppo, non ha attecchito nella sua terra (Badajoz), suscitando nell'autore un sentimento agrodolce.
Para Montoya, la fotografia diventa una 'terapia esistenziale'. Quando non scatta foto, è 'fottuto'; invece, se le realizza, descrive la sua vita come 'un nirvana permanente'.
E rispondendo l'angelo disse: lo Spirito Santo verrà su di te e la virtù dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra; perciò anche ciò che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
Nessuno è profeta nella propria terra, dice il proverbio. Sta a noi evitare che la capacità creativa venga castrata o espulsa dalle nostre frontiere (come già accaduto al pittore Juan Barjola), a causa dell'ignoranza di alcuni e del sottomissione di altri.
Pensiero Critico si lascia sedurre dal genio, cerca di adottare lo sguardo di JAM Montoya, per conoscere la persona che si cela dietro un obiettivo che delinea sentimenti come il dolore, la solitudine e l'agonia che, mimetizzati con il sesso, risvegliano nello spettatore ciò che credeva dormire.
Se sentiamo il bisogno impellente di descrivere con parole qualcosa che sfugge alla materialità, alla quotidianità degli oggetti, qualcosa che ci strappi più della pelle, che ci smembri fino a lasciarci quasi moribondi, è più che probabile che ci troviamo di fronte all'opera di JAM Montoya.
Nato in Estremadura (Spagna), e con la ferma convinzione di voler diventare fotografo già a sedici anni, definisce questa disciplina artistica come 'il senso della sua vita'. Un senso che, purtroppo, non ha attecchito nella sua terra (Badajoz), suscitando nell'autore un sentimento agrodolce.
Para Montoya, la fotografia diventa una 'terapia esistenziale'. Quando non scatta foto, è 'fottuto'; invece, se le realizza, descrive la sua vita come 'un nirvana permanente'.

