Il qualitativo presentato, riferibile ad un artista senese del secondo Seicento, effigia Maria Maddalena de’ Pazzi. Il soggetto si distingue per l’intensa sobrietà formale e per l’elevato controllo emotivo che caratterizza la resa compositiva. La giovane Santa è ritratta a mezzo busto su fondo scuro, secondo un’impostazione raccolta e meditativa, che concentra l’attenzione dell’osservatore sull’espressione e sul gesto delle mani, sollevate in atteggiamento di estasi e abbandono spirituale. La scena, intima e rigorosa, appare costruita su un solido asse verticale che acquisce la mirabile tensione ascensionale dello sguardo. Dalla tela emerge una raffinata sintesi tra naturalismo e idealizzazione: il volto è delicatamente modellato da una luce morbida e radente, che accarezza le guance, il naso e le labbra, restituendo una carnagione perlacea e viva. Il chiaroscuro è misurato e contribuisce a creare un’atmosfera riservata e silenziosa. La resa del velo e dell’abito carmelitano è affidata a una pennellata sottile e levigata, con pieghe morbide, calibratissime nei passaggi tonali. Nella gamma cromatica spiccano bruni profondi, avori caldi e grigi argentei, in sintonia con il carattere mistico del soggetto. L’opera rivela una cultura figurativa aggiornata rispetto ai modelli devozionali del Seicento, tradotti con eleganza raffinata e forte intensità spirituale. Il dipinto è stato rintelato, rintelaiato e restaurato nel secolo scorso. Proviene da una dimora fiorentina. A corredo dell’opera è presente una più recente e patinata cornice, in omaggio. Dimensioni: 82 cm x 66 cm.