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Andrea Vaccaro (1604 – 1670) - Madonna con il Bambino
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Andrea Vaccaro (1604 – 1670) - Madonna con il Bambino

ANDREA VACCARO (Napoli, 1604 – 1670) Madonna con il Bambino Olio su tela, cm. 90 x 64 Dimensione cornice cm. 102 x 75 x 5ca. NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. L'opera è corredata da una scheda critica di Ferdinando Bologna. Certificato di Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata (difetti): Ringraziamo il Prof. Ferdinando Bologna per aver corredata una scheda critica con l’attribuzione a Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 – 1670). L’opera, di notevole qualità, illustra un episodio che vede come protagoniste Maria Vergine con Gesù Bambino, un soggetto iconografico che riprende uno schema assai diffuso e collaudato nel Seicento, la Sacra Famiglia. Il dipinto, in buono stato di leggibilità, pone la Vergine e il Bambino al centro di una composizione: nel caso in esame fa riferimento ad una leggendaria sosta della Sacra Famiglia, avvenuta secondo la tradizione cristiana durante il viaggio di ritorno dopo la fuga in Egitto. La raffigurazione di personaggi Sacri in uno spazio limitato, le cosiddette “Sacre conversazioni”, conobbe vasta promozione a partire dal XVI secolo. La scena viene descritta con la sopra citata Madonna con veste e mantello azzurro, mentre tiene amorevolmente in braccio il Bambino Gesù, senza vestito, mentre rivolge lo sguardo – assieme alle Madonna – verso l’alto – lontano dallo spettatore – con atteggiamenti meditativi. Immersi in uno scenario neutro dai toni terre-bruno chiaro, domina le figure della Vergine e del Bambino, entrambi in primo piano e deliziosamente dipinti ed illuminati da una straordinaria luce radiosa. Le figure in piena luce, infatti, domina la scena esaltata dalla bellezza del viso e dello sguardo della Madonna e del Bambino, nonché da una vestale nei toni del blu oltremare della Vergine, e dai dorati capelli e del corpo inondata di luce di Gesù Bambino. Questo lavoro punta direttamente ai sentimenti dello spettatore, al coinvolgimento dei sensi tramite un linguaggio ed una iconografia semplice, diretta, ovvia, ma comunque anche coinvolgente, questa tipicità scandisce la stesura dell'opera, anche l'amore per il dettaglio è decisamente carico di quel sorprendente "effetto visivo" adottato e ricercato dall'artista. Il dipinto offre allo sguardo e alla contemplazione di chi lo osserva una scena assai completa e piacevole, con una resa pittorica densa e preziosa ed un fluido contrasto di valori e stesura dei toni del colore usati in chiave chiaroscuro, dovuti all'abilità e al virtuosismo dell’autore. Sia pur interessate da lievi restauri, la tela mostra comunque la sua qualità espressiva, con un carattere caravaggesco e naturalistico che suggerisce l'attribuzione ad un artista attivo a Napoli durante il XVII secolo. Il dipinto, infatti, già riferita presso un’altra sede come opera autografa di Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 – 1670), dallo studioso Ferdinando Bologna, con scheda critica scritta ai precedenti proprietari, la quale scrive: “ … Egregio Signore, ho esaminato nell’originale il dipinto di sua proprietà, eseguito ad olio su tela di cm. 90 x 64 e rappresentante, a mezza figura, la “Madonna col Bambino”. È opera tipica del pittore napoletano seicentesco Andrea Vaccaro (Napoli, 1598 – 1670) ed è a mio avviso riferibile alla sua avanzata maturità: probabilmente intorno al 1660. Tra i molti riscontri adducibili per comparare l’appartenenza del dipinto al Vaccaro, mi paiano infatti significativi quelli con l’Annunciazione, firmata dal maestro e datata 1660, che si conserva a lanciano (Chieti) nella collezione Battistella. Di notevole nobiltà d’invenzione e di fattura molto accurata, l’opera è anche ben conservata (cit. scheda critica di Ferdinando Bologna). …”. Andrea Vaccaro fu una figura di spicco della scuola pittorica napoletana, talvolta iniquamente sottostimato da una critica lusingata più da intransigenze chiaroscurali di matrice caravaggesca, che da concrete misure qualitative. Infelicemente comprese, di fatto, furono le sue interpretazioni dei modelli romano-bolognesi e l'erudito equilibrio con cui innestò il sentimento reniano alle severità tenebrose, toccando esiti formali e narrativi non certo inferiori rispetto a quelli concepiti da Bernardo Cavallino o da Massimo Stanzione (con cui fu sovente confuso) e ancora, più affascinanti e maturi se confrontati con le tele dei fratelli Fracanzano. Il rigore della ricerca e la tensione creativa del Vaccaro evidenziano altresì inflessioni vandichiane e a questo punto diviene emblematica la fortuna di alcune tematiche illustrative, in cui le Pietà, le Sacre Famiglie e, in modo particolare, le Maddalene compongono, parafrasando Raffaello Causa, un 'vero e proprio diario' delle suggestioni dispensate dall'artista fiammingo. L'analisi del pittoricismo partenopeo quale fenomeno che coinvolge tutti i pennelli dell'epoca, pone le opere di Vaccaro tra le migliori espressioni del classicismo meridionale, passibili, se guardati distrattamente, di confondersi con le sensuali eroine del coetaneo, e meno castigato, Guido Cagnacci. Nel nostro caso, come suggerisce il Bologna, siamo al cospetto di un dipinto maturo, intorno al 1660 e che lo studioso pone in analogia con l'Annunciazione della collezione Battistella di Camerino, a cui possiamo aggiungere la Madonna con il Bambino già di collezione Zamboni (archivio Zeri, n. 50466). In merito al suo stato conservativo, la tela versa in discreto stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina con traccia di sporcizia. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e antiche svelature. A luce solare è visibile una craquelé rapportato all'epoca. Tela foderata in ordine. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 90 x 64. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice dorata (le misure della cornice sono cm. 102 x 75 x 5 ca.). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine." PROVENIENZA: Coll. Privata PUBBLICAZIONE:  Inedito;  I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025. L’opera verrà spedito – in quanto fragile – con cassa di legno e polistirolo. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.

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Andrea Vaccaro (1604 – 1670) - Madonna con il Bambino

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ANDREA VACCARO
(Napoli, 1604 – 1670)
Madonna con il Bambino
Olio su tela, cm. 90 x 64
Dimensione cornice cm. 102 x 75 x 5ca.


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. L'opera è corredata da una scheda critica di Ferdinando Bologna. Certificato di Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata (difetti):

Ringraziamo il Prof. Ferdinando Bologna per aver corredata una scheda critica con l’attribuzione a Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 – 1670).

L’opera, di notevole qualità, illustra un episodio che vede come protagoniste Maria Vergine con Gesù Bambino, un soggetto iconografico che riprende uno schema assai diffuso e collaudato nel Seicento, la Sacra Famiglia. Il dipinto, in buono stato di leggibilità, pone la Vergine e il Bambino al centro di una composizione: nel caso in esame fa riferimento ad una leggendaria sosta della Sacra Famiglia, avvenuta secondo la tradizione cristiana durante il viaggio di ritorno dopo la fuga in Egitto. La raffigurazione di personaggi Sacri in uno spazio limitato, le cosiddette “Sacre conversazioni”, conobbe vasta promozione a partire dal XVI secolo. La scena viene descritta con la sopra citata Madonna con veste e mantello azzurro, mentre tiene amorevolmente in braccio il Bambino Gesù, senza vestito, mentre rivolge lo sguardo – assieme alle Madonna – verso l’alto – lontano dallo spettatore – con atteggiamenti meditativi.
Immersi in uno scenario neutro dai toni terre-bruno chiaro, domina le figure della Vergine e del Bambino, entrambi in primo piano e deliziosamente dipinti ed illuminati da una straordinaria luce radiosa. Le figure in piena luce, infatti, domina la scena esaltata dalla bellezza del viso e dello sguardo della Madonna e del Bambino, nonché da una vestale nei toni del blu oltremare della Vergine, e dai dorati capelli e del corpo inondata di luce di Gesù Bambino. Questo lavoro punta direttamente ai sentimenti dello spettatore, al coinvolgimento dei sensi tramite un linguaggio ed una iconografia semplice, diretta, ovvia, ma comunque anche coinvolgente, questa tipicità scandisce la stesura dell'opera, anche l'amore per il dettaglio è decisamente carico di quel sorprendente "effetto visivo" adottato e ricercato dall'artista.
Il dipinto offre allo sguardo e alla contemplazione di chi lo osserva una scena assai completa e piacevole, con una resa pittorica densa e preziosa ed un fluido contrasto di valori e stesura dei toni del colore usati in chiave chiaroscuro, dovuti all'abilità e al virtuosismo dell’autore.
Sia pur interessate da lievi restauri, la tela mostra comunque la sua qualità espressiva, con un carattere caravaggesco e naturalistico che suggerisce l'attribuzione ad un artista attivo a Napoli durante il XVII secolo.
Il dipinto, infatti, già riferita presso un’altra sede come opera autografa di Andrea Vaccaro (Napoli, 1604 – 1670), dallo studioso Ferdinando Bologna, con scheda critica scritta ai precedenti proprietari, la quale scrive:
“ … Egregio Signore, ho esaminato nell’originale il dipinto di sua proprietà, eseguito ad olio su tela di cm. 90 x 64 e rappresentante, a mezza figura, la “Madonna col Bambino”. È opera tipica del pittore napoletano seicentesco Andrea Vaccaro (Napoli, 1598 – 1670) ed è a mio avviso riferibile alla sua avanzata maturità: probabilmente intorno al 1660.
Tra i molti riscontri adducibili per comparare l’appartenenza del dipinto al Vaccaro, mi paiano infatti significativi quelli con l’Annunciazione, firmata dal maestro e datata 1660, che si conserva a lanciano (Chieti) nella collezione Battistella. Di notevole nobiltà d’invenzione e di fattura molto accurata, l’opera è anche ben conservata (cit. scheda critica di Ferdinando Bologna). …”.
Andrea Vaccaro fu una figura di spicco della scuola pittorica napoletana, talvolta iniquamente sottostimato da una critica lusingata più da intransigenze chiaroscurali di matrice caravaggesca, che da concrete misure qualitative. Infelicemente comprese, di fatto, furono le sue interpretazioni dei modelli romano-bolognesi e l'erudito equilibrio con cui innestò il sentimento reniano alle severità tenebrose, toccando esiti formali e narrativi non certo inferiori rispetto a quelli concepiti da Bernardo Cavallino o da Massimo Stanzione (con cui fu sovente confuso) e ancora, più affascinanti e maturi se confrontati con le tele dei fratelli Fracanzano. Il rigore della ricerca e la tensione creativa del Vaccaro evidenziano altresì inflessioni vandichiane e a questo punto diviene emblematica la fortuna di alcune tematiche illustrative, in cui le Pietà, le Sacre Famiglie e, in modo particolare, le Maddalene compongono, parafrasando Raffaello Causa, un 'vero e proprio diario' delle suggestioni dispensate dall'artista fiammingo. L'analisi del pittoricismo partenopeo quale fenomeno che coinvolge tutti i pennelli dell'epoca, pone le opere di Vaccaro tra le migliori espressioni del classicismo meridionale, passibili, se guardati distrattamente, di confondersi con le sensuali eroine del coetaneo, e meno castigato, Guido Cagnacci. Nel nostro caso, come suggerisce il Bologna, siamo al cospetto di un dipinto maturo, intorno al 1660 e che lo studioso pone in analogia con l'Annunciazione della collezione Battistella di Camerino, a cui possiamo aggiungere la Madonna con il Bambino già di collezione Zamboni (archivio Zeri, n. 50466).
In merito al suo stato conservativo, la tela versa in discreto stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina con traccia di sporcizia. Si notano – a luce di Wood – alcuni piccoli restauri sparsi e antiche svelature. A luce solare è visibile una craquelé rapportato all'epoca. Tela foderata in ordine. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 90 x 64. Il dipinto risulta impreziosita da una bella cornice dorata (le misure della cornice sono cm. 102 x 75 x 5 ca.). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."

PROVENIENZA: Coll. Privata

PUBBLICAZIONE:
 Inedito;
 I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025.

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