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Nicola Grassi (1682-1748), Cerchia di - Fuga in Egitto
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Nicola Grassi (1682-1748), Cerchia di - Fuga in Egitto

DESCRIZIONE "Fuga in Egitto", olio su tela, 94*126cm con cornice, 89*121cm la sola tela, circolo di Nicola Grassi (1682-1748), databile alla metà del XVIII secolo. Al centro della scena Giuseppe tiene per mano Maria, conducendola verso la sinistra del dipinto, dove una piramide ripresa chiaramente dalla Piramide Cestia di Roma identifica il paesaggio come parte della terra d'Egitto. Maria tiene il piccolo Gesù tra le braccia, voltandosi leggermente a destra posa il proprio sguardo sui tre putti alati intenti a giocare tra ghirlande di fiori. Sulla destra il bosco ed una statua del dio Bacco insieme ad un satiro posta su di un alto basamento. Gli elementi non sono casuali o semplicemente ornamentali, ma rientrano nello schema di una più complessa metafora figurativa. Giuseppe e Maria assieme al piccolo Gesù sono identificabili col popolo di Cristo in cammino, la fuga in Egitto è simbolo delle tante e necessarie tappe del percorso che porterà all'affermazione della parola di Dio. La fitta ed oscura boscaglia insieme alla statua del dio Bacco rappresentano la superstizione ed il paganesimo, che Giuseppe e Maria si lasciano alle spalle, allegoria dell'umanità che intraprendendo la via della fede abbandona gli antichi e falsi dei pagani. La composizione è ricca di elementi, raffinata ed equilibrata nell'insieme. Il fulcro visivo è posto nella stretta delle mani di Giuseppe e Maria, collocata quasi perfettamente all'incrocio delle diagonali del dipinto. Ben meditata l'organizzazione degli spazi e dei volumi, con un movimento che da destra con la densità del bosco, della statua di Bacco ed il gruppo dei putti, muove verso sinistra seguendo l'andamento di Giuseppe, incontrando gli spazi più aperti ed i volumi più rarefatti della città e del cielo sopra di essa. Pregevole la costruzione del gruppo della sacra famiglia, Giuseppe e Maria si tengono per mano, ma ciascuno dei due con proprio movimento ed una propria autonomia figurativa, che aumentano il dinamismo e l'organica armonia del gruppo stesso. L'anonimo autore palesa la propria appartenenza alla cerchia di Nicola Grassi, l'influsso del maestro è visibile nel cromatismo chiaro e delicato, ma accompagnato a forti contrasti chiaroscurali. Cosi come in un certo lirismo che pervade l'opera. nota che il Grassi assorbi nella maturità quando iniziò ad avvicinarsi ai modelli di Giambattista Pittoni. Dipinto di bella e colta composizione, notevole la costruzione e la mano pittorica. Raffinato l'impatto estetico ed ornamentale, corroborato anche dalle generose dimensioni del dipinto. SCUOLA di RIFERIMENTO Nicola Grassi (1682-1748) pittore veneto. Nato in Friuli, si spostò e si formò a Venezia, dove divenne una figura chiave del Settecento. In laguna svolse la maggior parte della sua attività artistica. Il suo stile iniziale subì la profonda influenza di Giambattista Piazzetta, e per questo motivo utilizzò un forte chiaroscuro per creare un'atmosfera drammatica. Successivamente, la sua pittura mutò, diventando più luminosa e delicata, in linea con il gusto Rococò. Questa evoluzione fu il risultato dell'influenza di maestri come Sebastiano Ricci e Giambattista Pittoni. La sua pennellata, ricca e materica, fu spesso definita "spumosa" per la capacità di creare sorprendenti effetti di luce e movimento. Grassi si distinse in scene di carattere religioso e di genere, lasciando un'eredità che unì la solennità barocca alla grazia rococò. Tra le sue commissioni più importanti figurano cicli di affreschi e pale d'altare in chiese del Friuli e del Veneto, come la pala con la Madonna del Carmine nella chiesa di Santa Maria di Castello a Udine e le opere per la chiesa di Santa Maria a Formeaso. CONDITION REPORT Eccellente la condizione generale, opera integra in ogni sua parte con cromia vivida e ben leggibile. Il dipinto prima di essere posto in asta ha subito totale pulitura ed interventi di restauro conservativo, tra cui la sostituzione del vecchio telaio ormai totalmente compromesso (vedi foto del retro). La cornice è da intendersi in omaggio. Spedizione tracciata ed assicurata con adeguato imballo.

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Nicola Grassi (1682-1748), Cerchia di - Fuga in Egitto

Nicola Grassi (1682-1748), Cerchia di - Fuga in Egitto

DESCRIZIONE

"Fuga in Egitto", olio su tela, 94*126cm con cornice, 89*121cm la sola tela, circolo di Nicola Grassi (1682-1748), databile alla metà del XVIII secolo.

Al centro della scena Giuseppe tiene per mano Maria, conducendola verso la sinistra del dipinto, dove una piramide ripresa chiaramente dalla Piramide Cestia di Roma identifica il paesaggio come parte della terra d'Egitto. Maria tiene il piccolo Gesù tra le braccia, voltandosi leggermente a destra posa il proprio sguardo sui tre putti alati intenti a giocare tra ghirlande di fiori. Sulla destra il bosco ed una statua del dio Bacco insieme ad un satiro posta su di un alto basamento. Gli elementi non sono casuali o semplicemente ornamentali, ma rientrano nello schema di una più complessa metafora figurativa. Giuseppe e Maria assieme al piccolo Gesù sono identificabili col popolo di Cristo in cammino, la fuga in Egitto è simbolo delle tante e necessarie tappe del percorso che porterà all'affermazione della parola di Dio. La fitta ed oscura boscaglia insieme alla statua del dio Bacco rappresentano la superstizione ed il paganesimo, che Giuseppe e Maria si lasciano alle spalle, allegoria dell'umanità che intraprendendo la via della fede abbandona gli antichi e falsi dei pagani.

La composizione è ricca di elementi, raffinata ed equilibrata nell'insieme. Il fulcro visivo è posto nella stretta delle mani di Giuseppe e Maria, collocata quasi perfettamente all'incrocio delle diagonali del dipinto. Ben meditata l'organizzazione degli spazi e dei volumi, con un movimento che da destra con la densità del bosco, della statua di Bacco ed il gruppo dei putti, muove verso sinistra seguendo l'andamento di Giuseppe, incontrando gli spazi più aperti ed i volumi più rarefatti della città e del cielo sopra di essa. Pregevole la costruzione del gruppo della sacra famiglia, Giuseppe e Maria si tengono per mano, ma ciascuno dei due con proprio movimento ed una propria autonomia figurativa, che aumentano il dinamismo e l'organica armonia del gruppo stesso. L'anonimo autore palesa la propria appartenenza alla cerchia di Nicola Grassi, l'influsso del maestro è visibile nel cromatismo chiaro e delicato, ma accompagnato a forti contrasti chiaroscurali. Cosi come in un certo lirismo che pervade l'opera. nota che il Grassi assorbi nella maturità quando iniziò ad avvicinarsi ai modelli di Giambattista Pittoni.

Dipinto di bella e colta composizione, notevole la costruzione e la mano pittorica. Raffinato l'impatto estetico ed ornamentale, corroborato anche dalle generose dimensioni del dipinto.

SCUOLA di RIFERIMENTO

Nicola Grassi (1682-1748) pittore veneto. Nato in Friuli, si spostò e si formò a Venezia, dove divenne una figura chiave del Settecento. In laguna svolse la maggior parte della sua attività artistica. Il suo stile iniziale subì la profonda influenza di Giambattista Piazzetta, e per questo motivo utilizzò un forte chiaroscuro per creare un'atmosfera drammatica. Successivamente, la sua pittura mutò, diventando più luminosa e delicata, in linea con il gusto Rococò.

Questa evoluzione fu il risultato dell'influenza di maestri come Sebastiano Ricci e Giambattista Pittoni. La sua pennellata, ricca e materica, fu spesso definita "spumosa" per la capacità di creare sorprendenti effetti di luce e movimento. Grassi si distinse in scene di carattere religioso e di genere, lasciando un'eredità che unì la solennità barocca alla grazia rococò. Tra le sue commissioni più importanti figurano cicli di affreschi e pale d'altare in chiese del Friuli e del Veneto, come la pala con la Madonna del Carmine nella chiesa di Santa Maria di Castello a Udine e le opere per la chiesa di Santa Maria a Formeaso.

CONDITION REPORT

Eccellente la condizione generale, opera integra in ogni sua parte con cromia vivida e ben leggibile. Il dipinto prima di essere posto in asta ha subito totale pulitura ed interventi di restauro conservativo, tra cui la sostituzione del vecchio telaio ormai totalmente compromesso (vedi foto del retro). La cornice è da intendersi in omaggio.

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