Mukhaliṅga śaiva in bronzo dorato, India, Karnataka o Maharashtra, XVIII–XIX secolo Raffinato mukhaliṅga in bronzo dorato per culto domestico a Śiva, modellato come un capo umano dagli occhi semichiusi e dal lieve sorriso rituale, poggiato su base svasata; attorno al collo corre il torque a rilievo e, appena sotto, è ben visibile un minuscolo inserto rettangolare in rame (laminetta applicata a freddo) che funge da accento polimetallico apotropaico e devozionale: nella prassi śaiva l’uso del rame richiama la śakti calda del dio e “fissa” l’energia del liṅga, proprio in corrispondenza del kaṇṭha, mentre le vistose tracce di pigmento rosso (kuṅkuma/sindoor) conservate sul volto e alla radice del naso attestano i ripetuti abhiṣeka e unzioni. All’apice del capo è presente uno śivaliṅga in miniatura (bāṇa-liṅga) collocato sopra il “volto”, scelta iconografica dottrinalmente coerente che unisce la forma aniconica (nirākāra) alla forma antropomorfa (sākāra) del Dio: la presenza di Śiva è nel liṅga ed emanata dal liṅga; la presenza del piccolo liṅga sommitale, quasi un sigillo, ribadisce la centralità del principio generativo e la natura “liṅga-su-liṅga” dell’immagine. La fusione a cera persa è compatta, con pareti ispessite e interno cavo, mentre la bella patina, l’usura, le minute cavillature e i punti di riotturazione sulla cresta apicale confermano lunga manipolazione rituale.