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Caterina Maffeis

FRANCESCO LOJACONO 
(Palermo, 1838 – 1915)
Uno scorcio dell’Orto Botanico di Palermo con Capelvenere e Alocasia
Olio su tela, cm. 28 x 40,7
Non Firmato – Scheda attributiva di Stefano Causa
Dimensione cornice, cm. 45 x 57 x 5 ca


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Non Firmato. Opera accompagnata da parere scritta di autenticità a Francesco Lojacono da parte del Prof. Stefano Casua; Certificato di Lecita Provenienza. Opera con cornice dorata (difetti):

Ringraziamo il Prof. Stefano Causa per aver confermato l'attribuzione al pittore siciliano Francesco Lojacono (Palermo, 1838 – 1915) con comunicazione scritta ai proprietari.

La tela proviene da una collezione siciliana, rappresenta Uno scorcio dell’Orto Botanico di Palermo con capelvenere e alocasia, ed è eseguita dal pittore siciliano Francesco Lojacono (Palermo, 1838 – 1915). Già attribuito dal mercato 
Già attribuito nella collezione di appartenenza e dal mercato al maestro siciliano, solo dopo un’attenta indagine da parte dello studioso Stefano Causa, che la bella ed intensa tela in esame è stata ricondotto al corpus delle opere di Francesco Lojacono (Palermo, 1838 – 1915), confermando la sua autenticità, con scheda scritta ai proprietari. 
Grande osservatore e grande appassionato della propria terra, Francesco Lojacono qui dedica la scena ad uno scorcio di veduta dell’Orto Botanico di Palermo, focalizzandosi sulle vasche con piante esotiche, in particolare Capelvenere e Alocasia – pianta tipica anche nel territorio siciliano, soprattutto nei luoghi ove è presente molta umidità – un vero e proprio ritratto. Più che di un semplice interesse botanico, l’opera – un dipinto non compiuto, uno studio alla prima maniera (cioè, un lavoro eseguito nella prima stesura di pittura), come dimostrato dall’assenza della firma del pittore – è testimonianza dell’affettuosa attenzione che l’artista dà al paesaggio siciliano.
Ritornando all’opera in discussione, l’olio su tela, dipinto dall’artista sul finire del secolo, raffigura la porzione centrale di una vasca, ove in primo piano, in posizione appena decentrata si innalzano gli steli sottili di Alocasia, sinuosamente piegati dal peso delle larghe foglie dall’inconfondibile forma, realizzate con verdi lividi e intensi, con lumeggiature leggere di giallo di cadmio. La pianta potrebbe essere stata ritratta alla fine del suo ciclo estivo, con le foglie in parte ingiallite, lacere e spezzate. Sullo sfondo è raffigurato una selva rigogliosa ottenuta con varie e minuscole pennellate impressioniste. 
Possiamo annoverare l’opera in discussione, all’interno dei percorsi di ricerca eseguite dal pittore siciliano, durante i studi delle raffigurazione pittoriche delle vasche collocate nei “quartini linneani”, ordinati dal botanico Bernardino da Ucria (1739-1796), come le opere: Vasca con Capelvenere e Alocasia (olio su tela cm. 41,7 x 70,5), realizzato da Francesco Lojacono nel 1895-1905, oggi conservato nella Galleria d’arte Moderna – GAM di Palermo (Empedocle Restivo, inv. 1017), e Nelumbium, Orto Botanico Palermo, 1897 (Olio su tela, cm. 60 x 100, in Collezione privata). L’Orto botanico fu per il pittore meta d’ispirazione, ma anche luogo dove esercitarsi – come nel nostro caso – allo studio e alla riproduzione dal vero delle varie specie di flora e vegetazione, o delle ambientazioni paludose e boschive poi scelte come ambientazioni dei suoi quadri. 
Francesco Lojacono, nato a Palermo 1838, è considerato tra i più importanti pittori dell’Ottocento italiano. Fu principalmente un paesaggista. Trasferitosi a Napoli nel 1856 entrò nella scuola dei fratelli Palizzi ma durante alcuni viaggi in Toscana fu influenzato anche dalla scuola dei macchiaioli. Nel 1870 espose il dipinto La Valle dell’Oreto a Vienna a Parigi e due anni dopo fu nominato Professore di Paesaggio all’Accademia di Belle arti di Napoli. Nel 1874 le sue opere furono esposte a Bordeaux. Francesco Lojacono si guadagnò il soprannome di “Ladro del Sole” (o Pittore del Sole) per la capacità di dare luminosità alle sue opere. 
Artista dalle qualità eccellenti, capace di cogliere le bellezze e le infinite contraddizioni paesaggistiche della sua terra descritte in maniera lirica, Lo Jacono nelle sue opere racconta le abbaglianti bellezze e le asprezze della Sicilia, con la natura sempre protagonista con la visione delle rocce laviche, le marine luminose, e i celeberrimi ulivi saraceni. Lojacono ebbe i primi insegnamenti artistici in famiglia, dal padre, per poi recarsi a Napoli dove studiò sotto la guida del Palizzi. Francesco Colnago, primo biografo di Lojacono, scrivendo dell’apprendistato di questi a Napoli, presso lo studio di Filippo Palizzi, ha strutturato uno schema interpretativo, mantenutosi a lungo invariato, che esauriva nell’insegnamento del pittore di Vasto, in via quasi del tutto esclusiva, il discorso sulla formazione dell’artista siciliano. La trascuratezza del ductus pittorico, la maniera apparentemente approssimativa con cui Filippo Palizzi portava avanti le sue ricerche sul paesaggio campano, e la corposità grumosa del colore in rilievo, pastoso nella sua stesura per “macchie”, erano dunque elementi di una rivoluzione culturale, prima ancora che meramente pittorica, che ambiva a farsi riconoscere, per la prima volta, come “nazionale”. La produzione di Lojacono di questi anni risente significativamente delle più diverse posizioni dibattute sia a Napoli che a Firenze, come nel caso dell’opera in esame. Accanto ad un affinamento dei modi propri della pittura palizziana, corretti da un nitore disegnativo e d’impaginato di plausibile derivazione toscana, va maturando ora un nuovo registro di opzioni nelle sue tele. Monte Catalfano, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, Canale nel parco, 1874, al Museo d’arte e archeologia “I. Mormino” di Palermo, o Dintorni di Palermo, ella collezione della Fondazione Banco di Sicilia, dimostrano un allineamento a certi esiti propri della Scuola di Resina.
Pertanto, in base alle sue caratteristiche, confermato anche dalla svelta pennellata precisionista, che procede per macchie essenziali di colore, tradisce la mano consapevole di un pittore ormai dalle solide esperienze, ma in vena di audaci sperimentazioni, da ascrivere quindi ad un momento ancora di libera ricerca. L’uso abbagliante della luce solare appare già presago dei più maturi effetti luministici che caratterizzeranno la pittura di Lojacono da qui a qualche anno. 
Celebrato come il maestro indiscusso della pittura di paesaggio in Sicilia, «ladro del sole», come egli stesso si dichiarò a René Bazin in visita al suo studio nel 1891, Francesco.
Le sue opere, negli anni ‘80 e ‘90 raggiunsero valori piuttosto importanti entrando in molte collezioni private. Negli ultimi due anni vi è nuovamente la richiesta di opere di Lojacono, tantoché, attualmente le sue opere sono da considerarsi un buon investimento. 
L'opera di ottima resa artistica e cromatica si presenta in buono stato di conservazione con i segni di invecchiamento e lieve difetto in alto a destra (visibili dalle foto). 
L’opera, proveniente da una collezione privata siciliana è dotata di certificato di lecita provenienza e della scheda attributiva del Prof Stefano Causa. Il dipinto presenta traccia di sporco causato dal tempo, segni che testimoniano gli anni dell’opera. Il quadro, di buona mano pittorica, è impreziosito da una bella cornice in legno (dimensione cornice, cm. 45 x 57 x 5 ca., presenza difetti). "La cornice mostrata nelle foto riportate sopra è stata aggiunta all’opera d’arte dal venditore o da un soggetto terzo. La cornice ti viene fornita senza costi aggiuntivi in modo che sia pronta da esporre non appena arriva. La cornice viene inclusa a titolo di cortesia e non è considerata parte integrante dell’opera d’arte. Pertanto, qualsiasi potenziale danno alla cornice che non influisce sull’opera d’arte stessa non sarà accettato come motivo valido per aprire un reclamo o richiedere l’annullamento dell’ordine."

Provenienza: Coll. privata siciliana

Pubblicazione: 
	Inedito;
	I Miti e il Territorio nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2025.
	
Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione


Olieverf op doek, Olie op doek, cm. 28 x 40,7 - Ongesigneerd, Attribuutenlijst van Stefano Causa

Francesco Lojacono (1838-1915) - Uno scorcio dell’Orto Botanico di Palermo con Capelvenere e Alocasia

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1990-2000

2000-2010

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