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Aude Fonlupt

Attribuito a GUIDO RENI & Aiuti 
(Bologna, 1575 – 1642) 
Maria Maddalena
Olio su tela, cm. 69 x 58,5


NOTE: Pubblicazione catalogo opere della collezione Intermidiart. Già asta Christies, 6 ottobre 1961, lotto 46 come opera di “Guido Reni”. Certificato di Garanzia e Lecita Provenienza. Opera senza cornice:

Ringraziamo il Prof. Emilio Negro per aver confermato l’ipotesi attributiva a Guido Reni & Aiuti (Bologna, 1575 – 1642) sulla base di fotografie.
Il raffinato dipinto qui offerto raffigura un soggetto iconografico particolarmente diffuso a partire dall’epoca della Controriforma quale riflesso del proposito della Chiesa di stimolare la devozione verso il sacramento della Confessione. Come accade di consueto in questo tipo di rappresentazione, S. Maria Maddalena ha i lunghi capelli biondi sciolti e fluenti ed è semplicemente coperta da un panno chiaro e dai cappelli, ove porta entrami le mani al petto, all’interno dello spazio neutro in cui la santa è devotamente rivolta con gli occhi al Cielo, il capo avvolto da un nimbo di luce dorata.
Dal punto di vista dei caratteri di stile in presenza di un’opera di suggestiva bellezza eseguita da un grande maestro attivo a Bologna nella prima metà del Seicento, capace di realizzare una raffigurazione elegantemente accesa e di derivazione carraccesca, tendente ad una visione della realtà estremamente idealizzata: un artista, insomma, incline ad una grazia classica antica che racchiudesse in sé lo spirito cristiano. La tela riproduce altresì una composizione assai replicata, ogni volta con varianti cromatiche e compositive, ma non sempre di qualità paragonabile all’esemplare qui analizzato scaturita da un originale eseguito da Guido Reni (Bologna, 1575 - 1642). Tra le più belle redazioni note del soggetto in esame va ricordata almeno quella resa nota dal compianto Stephen Pepper nella monografia sul pittore bolognese (Guido Reni. L’opera completa, Novara, 1988, pp. 268-269, Cat. n. 115, tav. 106), che la pubblicò come autografo reniano eseguito nel 1628-29 (olio su rame cm. 66 x 57, Versailles, Musée National des Chateau de Varsailles et de Trianon, deposito (Louvre, Inv. 529), in analogia con altre l’esemplare. 
Il dipinto in esame – proveniente già in asta Christies (6 ottobre 1961, lotto 46) come opera di “Guido Reni”, e successivamente confermato l’ipotesi attributiva a Guido Reni in collaborazione con la bottega dallo storico bolognese Emilio Negro  – è molto simile a quello citato Varsailles non solo compositivamente, ma rivela anche analoga pastosità dello spessore cromatico, oltre che un del tutto simile impasto morbido che tendo ad esaltare la classicità del contenuto, indicando pertanto che siamo di fronte ad un importante recupero reniano, eseguito con la collaborazione della sua laboriosa bottega.
Un dipinto dal forte impatto emotivo che va collocato cronologicamente nel periodo della piena maturità artistica del grande maestro bolognese, nella fine degli anni Venti, dopo il breve soggiorno a Roma, quando il Reni si specializzò nella realizzazione di questi piccoli dipinti da culto privato, nei quali i protagonisti erano immersi in un ambiente vuoto e rarefatto, per portare lo spettatore a concentrarsi interamente sull’aspetto devozionale dell’opera. 
Guido Reni fu il più grande allievo dei Carracci ed uno dei maggiori artisti che possa vantare l’arte italiana del Seicento. Il particolare carattere di classicismo che emerge dalla nostra Maddalena penitente è parte integrante delle ricerche del maestro bolognese che, già dopo la partenza di Annibale Carracci per la capitale pontificia, si era opposto apertamente e polemicamente all’eloquio sentimentale e drammatico di Ludovico, rimasto da solo alla guida del panorama artistico felsineo. Il legame con un’opera fondamentale per la cultura artistica felsinea quale fu l’Estasi di S. Cecilia  [fig. 36] di Raffaello da Urbino (Bologna, Pinacoteca Nazionale), di cui molte sante reniane riprendono lo sguardo estatico presente anche all’interno del nostro quadro, si accosta poi alla cadenze manieristiche emiliane di Correggio e Parmigianino e agli echi eleganti e raffinati della cultura di Denis Calvaert, il pittore fiammingo che fui maestro di Guido come anche di molti altri artisti attivi a cavallo tra il Cinque e il Seicento (ad esempio Francesco Albani): a questo proposito basterà rilevare nella nostra tela l’utilizzo di tinte particolari dai riflessi metallici che rievocano decisamente gli insegnamenti dell’insegnante nordico del Reni.
In merito al suo stato conservativo, la tela versa in discreto stato conservativo. La superficie pittorica si presenta in patina. Si notano – a luce di Wood – alcuni restauri sparsi e qualche svelatura e ossidazione della superficie pittorica. A luce solare è visibile una craquelé rapportato all'epoca. Non si evidenziano problemi di tipo conservativo. Il telaio potrebbe essere stato sostituito all'epoca del rintelo. Le misure della tela sono cm. 69 x 58,5. Il dipinto viene ceduto senza cornice, nonostante risulta impreziosito da una bella cornice dorata e lavorata.

PROVENIENZA: Già asta Christies, 6 ottobre 1961, lotto 46 come opera di “Guido Reni”; Coll. Privata Siciliana

PUBBLICAZIONE: 
	I MITI E IL TERRITORIO nella Sicilia dalle mille culture. INEDITA QUADRERIA catalogo generale dei dipinti della collezione del ciclo “I Miti e il territorio”, Editore Lab_04, Marsala, 2024.

L’opera verrà spedito – in quanto fragile – con cassa di legno e polistirolo. Nel caso di vendita al di fuori del territorio italiano, l'acquirente dovrà attendere i tempi di evasione delle pratiche di esportazione.
S’informa che le spedizioni potrebbero subire dei ritardi, a causa di impegni espositivi. Ci scusiamo per eventuali inconvenienti e ringraziamo per la comprensione.


Oil on canvas, Oil on canvas, cm. 69 x 58.5 - Not signed, We thank E. Negro for the attribution hypothesis to Guido Reni & Aiuti

Guido Reni (1575–1642) e aiuti, Attributed to - Maria Maddalena

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1950-1960

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1800-1850

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